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Le innovazioni tecnologiche in ambito medico e la farmacologia applicata all’oftalmologia hanno consentito di proporre ai pazienti affetti da Occhio Secco una gamma interessante di soluzioni. Si va dai percorsi terapeutici mirati, sino alla messa a punto di farmaci capaci di apportare benefici concreti e tangibili. La Sindrome dell’Occhio Secco può essere causata da molteplici fattori. I sintomi sembrano essere più o meno sempre i medesimi, ma non possiamo affermare lo stesso per le cause scatenanti. Per questo motivo la ricerca è costantemente impegnata nell’indagine di nuove soluzioni terapeutiche mirate. Se per esempio sono indubbi i benefici della luce pulsata laddove la Sindrome dell’Occhio Secco sia causata da Meibomite, in altri casi può essere utile far ricorso a trattamenti di tipo farmacologico. Spendiamo oggi due parole sul trealosio, una molecola le cui caratteristiche si prestano molto bene a dar sollievo a chi soffre di Dry Eye Syndrome. 

Osservare ed apprendere la lezione di madre natura

Capita spesso in farmacologia che una molecola sia isolata ed utilizzata per fini medici a partire dall’osservazione di un fenomeno naturale. Ed è quanto accade nel caso del treaolosio. Alla base dell’individuazione dell’utilità farmacologica del trealosio, vi è l’osservazione di un fenomeno naturale: l’anidrobiosi. L’anidrobiosi è la capacità di un essere vivente di sopravvivere in condizioni termiche estreme e soprattutto di siccità persistente. Le cellule degli esseri viventi sottoposti ad un forte stress ambientale e ad una forte disidratazione riescono a sopravvivere (ed a recuperare vitalità quando reidratate) proprio grazie alla loro capacità di sintetizzare (ovvero produrre) il trealosio.

Cos’è il trealosio?

Il trealosio è una molecola presente in natura, capace di esercitare un’azione protettiva nei confronti delle cellule sottoposte a forme di stress ambientale. E’ presente nei funghi, nei lieviti e persino in alcuni insetti. In caso di condizioni ambientali avverse, il trealosio ha le seguenti capacità:

  • funge da riserva energetica
  • stabilizza le proteine in caso di shock termico
  • esercita un’azione antiossidante
  • preserva le cellule in vita anche in casi di assenza d’acqua protratta nel tempo

E’ proprio quest’ultima caratteristica a rendere il trealosio una molecola particolarmente utile per i pazienti affetti da Sindrome dell’Occhio Secco. Il trealosio infatti esercita un’azione protettiva nei confronti delle molecole affette da forte disidratazione o da perdita d’acqua.

In che modo il trealosio è utile per chi soffre di Sindrome dell’Occhio Secco

Gli studiosi si sono concentrati sull’effetto citoprotettore del trealosio nei confronti della superficie oculare. Probabilmente avrete già sentito parlare di effetto citoprotettore in relazione ad alcuni farmaci messi a punto per proteggere le mucose gastrointestinali. Il meccanismo è più o meno lo stesso, perché il trealosio è in grado di proteggere le mucose che rivestono l’occhio e che dovrebbero fornirgli un’idratazione adeguata. In pratica, grazie alla molecola di trealosio, la cornea è maggiormente protetta dall’evaporazione del film lacrimale innescato dall’Occhio Secco e riesce a conservare un buon grado di idratazione anche laddove i sintomi siano particolarmente marcati.

Come assumere il trealosio e quando

Oggi il trealosio è acquistabile sotto forma di collirio, al pari di quanto accade con altri prodotti oftalmici a base, per esempio, di acido ialuronico. E’ comunque bene segnalare che qualunque farmaco, anche da banco, può provocare uno sgradevole effetto boomerang qualora somministrato senza parere medico. Sarà lo specialista, sulla base della visita oculistica e del colloquio con il paziente, a stabilire le cause della Sindrome dell’Occhio Secco, a eseguirne la diagnosi e ad indicare il percorso terapeutico adeguato. Come detto in apertura, infatti, la Sindrome dell’Occhio Secco è un disturbo multifattoriale. Pertanto, la terapia indicata per un paziente può non essere risolutiva per un altro.

Vuoi saperne di più?

Vuoi prenotare una visita oculistica specialistica per la Sindrome dell’Occhio Secco? Chiamaci: siamo a tua disposizione da lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361 1970 o scrivici a info@centroitalianoocchiosecco.it.

sindrome dell'occhio secco e menopausa - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Tra le cause più note e frequenti della Sindrome dell’Occhio Secco femminile figura, com’è noto, la menopausa. In realtà, quel delicato periodo della vita della donna che solitamente si definisce con il nome di “menopausa” andrebbe indicato con il nome più corretto di climaterio. Un lasso temporale ben più lungo che, oltre alla menopausa vera e propria, include la premenopausa e la postmenopausa. Ebbene, gli oculisti dell’Associazione Italiana Medici Oculisti avvertono: attenzione a non focalizzarsi sul solo periodo della menopausa come momento di rischio per lo sviluppo della Sindrome dell’Occhio Secco. Vediamo assieme le implicazioni sul fronte pratico di questo ammonimento. 

Ormoni e salute oculare: quale legame?

L’andamento dei parametri ormonali di ciascuno di noi può esercitare un’influenza diretta sulla nostra salute oculare. A risentirne è, in primis, proprio il film lacrimale, ma non solo. Anche la capacità accomodativa del cristallino può risentire di un’alterazione dei livelli ormonali: non a caso può capitare che durante una gravidanza la donna abbia la sensazione di avere qualche difficoltà visiva. Specialmente alle distanze ravvicinate.

Occhio secco e menopausa, ma non solo!

Per quanto riguarda il genere femminile, è fondamentale prendere in considerazione il fatto che lo sviluppo ormonale, oggi, avviene qualche anno prima di quanto avvenisse nelle generazioni passate. Già intorno ai 45-48 anni la donna comincia a sperimentare tutte le conseguenze tipiche dell’abbassamento dei livelli ormonali, nello specifico dell’ipoestrogenismo: una gamma di disturbi di diversa entità che possono coinvolgere tipicamente anche l’apparato visivo.

Eppure, dati alla mano, occorre segnalare che i disturbi oculari non si manifestano in modo conclamato solamente durante la menopausa. Il 45% delle donne riferisce di sperimentare i tipici disturbi oculari della menopausa già durante la pre-menopausa.

Tra questi disturbi citiamo:

  • arrossamento oculare
  • offuscamento visivo transitorio
  • difficoltà nella messa a fuoco
  • sensazione di secchezza oculare
  • scarsa tolleranza delle lenti a contatto

Attenzione alla cronicizzazione dei sintomi in pre menopausa

I sintomi sopracitati, laddove divengano cronici e ricorrenti, sono tutti riferibili alla Sindrome dell’Occhio Secco. In questo contesto, è importante che questi non siano interpretati come fenomeni isolati, né trattati in modo sporadico e occasionale attraverso l’assunzione di palliativi o farmaci da banco.

Prendere coscienza di essere in presenza di un disturbo oculare globale e di più ampio respiro anche laddove non si sia ancora in piena menopausa è il primo passo per evitare la cronicizzazione di questi disturbi.

Disturbi che, laddove diventino cronici, sono più difficili da esacerbare, e finiscono per riproporsi con insistenza sino alla post menopausa. Il 60% delle donne in post menopausa infatti riferisce i sintomi tipici di questo stato di discomfort oculare che a sua volta tende a sfociare nella Sindrome dell’Occhio Secco.

Cosa fare in presenza di sintomi da discomfort oculare ancor prima di entrare in menopausa

Il consiglio è quello di prenotare una visita oculistica approfondita al fine di definire lo stato di salute oculare della paziente collocandolo nel quadro del suo stato di salute generale. In questo senso può essere d’aiuto interpellare non solo l’oculista, ma anche il ginecologo ed eventualmente l’endocrinologo.

E gli uomini?

Come detto in apertura, le oscillazioni ormonali influenzano sovente la salute visiva. In questo articolo ci siamo focalizzati sui disturbi che investono e coinvolgono il genere femminile con riferimento al periodo del climaterio. Un lettore attento si starà dunque domandando se anche gli uomini possano sperimentare i disturbi da discomfort oculare legati alle oscillazioni ormonali. La risposta è affermativa anche se, statistiche alla mano, la Sindrome dell’Occhio Secco su base ormonale interessa maggiormente le donne. Le ragioni sono diverse:

  • alcune patologie autoimmuni (come la Sindrome di Sjogren) note per essere fattori di rischio della Sindrome dell’Occhio Secco sono più diffuse nel genere femminile;
  • gli sbalzi ormonali che interessano il genere femminile (gravidanze, ciclo mestruale, climaterio) sono più marcati rispetto a quelli che invece riguardano il genere maschile.

Ciò non significa che il genere maschile sia esente dallo sviluppare la Sindrome dell’Occhio Secco, che anzi negli ultimi anni tende a colpire ampie porzioni di popolazione in modo trasversale. Inclusi pazienti in età pediatrica. In quei casi naturalmente i fattori di rischio da prendere in esame saranno differenti da quelli discussi in questo breve articolo.

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Non sei in menopausa ma stai sperimentando qualche disturbo oculare mai provato prima? Chiamaci dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 63611970 o scrivici a info@centroitalianoocchiosecco.it. Saremo lieti di prenderci cura della tua salute oculare.

sindrome dell'occhio secco - Centro Italiano Occhio Secco

Le vacanze estive sono terminate ed è ora di far ritorno alle proprie abitazioni, alla propria routine ed ai propri impegni lavorativi. Qualcuno si sente particolarmente motivato e carico di energie positive, molti altri invece ne soffrono. Lo stress da rientro dopo le vacanze estive è una condizione di malessere piuttosto comune e generalizzato, che può coinvolgere non solo la sfera emotiva, ma anche quella fisica. Tra i sintomi, ansia, sonno disturbato, cefalee, dolori muscolari, difficoltà di concentrazione e digestive. Anche l’apparato visivo può subire lo stress da rientro, restituendoci qualche sintomo fastidioso che è bene non sottovalutare.

Basta poco per alterare il prezioso equilibrio del film lacrimale

Come abbiamo già avuto modo di sottolineare in diverse occasioni sulle pagine di questo magazine, il film lacrimale protegge i nostri occhi dalle aggressioni esterne e li mantiene ben lubrificati. Si tratta di un piccolo ecosistema davvero delicatissimo. Basta poco, e il prezioso equilibrio che ne regola il funzionamento si altera, innescando una serie di sintomi spiacevoli e fastidiosi. Trascurare questi sintomi significa esporsi al rischio che si ripropongano di frequente, cronicizzandosi e sfociando nella Sindrome dell’Occhio Secco.

Fattori di stress oculare al ritorno dalle vacanze estive

L’omeostasi della superficie oculare può essere messa a dura prova proprio dal rientro in città dopo le vacanze estive. Il cambio di clima e la necessità di tornare a trascorrere diverse ore in ambienti chiusi può essere particolarmente stressante per l’apparato visivo. Senza contare il fatto che spesso si trascorre gran parte del tempo di fronte alla luce artificiale dei computer. Insomma, se ci siamo regalati giorni di relax trascorsi all’aria aperta, forse in luoghi meno inquinati rispetto a quelli in cui viviamo d’abitudine, godendo di tutto il piacere di contemplare incantevoli paesaggi da cartolina, col rientro in città è più che comprensibile che anche i nostri occhi diano qualche segno di insofferenza.

Come accorgersi se il film lacrimale si sta scompensando?

Il ritorno alla propria routine dopo le vacanze è già di per sé un momento potenzialmente stressante e può capitare di non far caso, in prima battuta, ai piccoli segnali che l’apparato visivo ci invia. Eppure, non ci stancheremo mai di ripeterlo, l’apparato visivo è un delicatissimo ingranaggio il cui funzionamento troppe volte si dà per scontato. Impariamo dunque a fermarci un attimo e ad ascoltare anche i più piccoli segnali che i nostri occhi ci inviano. Iperlacrimazione, arrossamento e bruciore oculare non sempre sono sintomi di una passeggera allergia stagionale. Prima di confondere un disturbo con l’altro e di ricorrere d’impulso ad un farmaco da banco, è bene riflettere. E programmare una visita oculistica specialistica. Perché la Sindrome dell’Occhio Secco potrebbe essere dietro l’angolo.

Che fare, dunque?

Il consiglio è quello di disinnescare i disturbi prima che questi diventino cronici. Programmare una visita oculistica specialistica è il primo passo per inquadrare i sintomi e ricevere una diagnosi corretta. Sarà poi lo specialista ad indicare il percorso terapeutico più indicato, che potrà spaziare da una più accurata igiene oculare con l’aiuto di un collirio lenitivo e idratante, sino a trattamenti più mirati per fronteggiare l’eventuale insorgenza della Sindrome dell’Occhio Secco. Non dimentichiamo, inoltre, che un grande aiuto può venire anche dall’alimentazione. Spesso le vacanze sono sinonimo di dieta disordinata ed eccessiva a favore di cibi pronti, veloci e grassi. Al rientro si consiglia di rimettersi quanto prima “in carreggiata”, abbondando con frutta e verdura di stagione, alimenti ricchi di omega 3 e soprattutto bevendo molta acqua. Potrà sembrare scontato, ma l’acqua è davvero una fonte preziosa di idratazione anche per gli occhi.

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occhio secco e menopausa - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Con l’arrivo della menopausa, il corpo della donna va incontro ad una serie di cambiamenti anche di un certo rilievo. Un vero e proprio uragano di sintomi non sempre piacevoli, che investono spesso anche la sfera emotiva. Tra questi, sudorazione notturna, vampate di calore, palpitazioni, vertigini e molti altri. Anche l’apparato visivo è colpito dalle manifestazioni tipiche di questo periodo così delicato della vita della donna. Approfondiamo dunque il tema del rapporto esistente tra Occhio Secco e menopausa, e vediamo quali possono essere le strade da intraprendere per ritrovare il proprio benessere oculare. 

Climaterio e menopausa: cosa sono

Climaterio e menopausa sono i termini con i quali si indica l’insieme di manifestazioni fisiche ed emotive che conducono al termine del periodo fertile della donna. Nello specifico, il climaterio include 3 momenti, chiamati premenopausa, menopausa e postmenopausa. Durante la premenopausa cominciano a manifestarsi i primi sintomi che indicano che le ovaie stanno cominciando a cessare la loro funzionalità. La premenopausa può durare diversi anni. Ad essa fa seguito la menopausa, periodo durante il quale le mestruazioni scompaiono. A questo periodo fa seguito la post menopausa. Durante l’intero processo si verifica un progressivo calo di estrogeni nel sangue.

Occhio Secco e Menopausa: i sintomi

Durante la menopausa e la post menopausa la donna sperimenta alcuni sintomi da disidratazione. Si tratta di sintomi connessi al calo di estrogeni nel sangue. Tra questi menzioniamo la secchezza vaginale, la disidratazione cutanea e, non ultimo, la secchezza oculare. Anche gli occhi, infatti, risentono notevolmente delle modificazioni ormonali poste in essere da questo delicato periodo della sfera femminile. La letteratura scientifica ha posto in correlazione il calo di estrogeni alla cheratocongiuntivite secca, ovvero alla Sindrome dell’Occhio Secco. 

Il calo di estrogeni porta ad una evaporazione del film lacrimale con conseguente comparsa di un insieme di sintomi quali:

  • sensazione di secchezza oculare;
  • iperlacrimazione;
  • bruciore;
  • arrossamento;
  • sensazione di corpo estraneo;
  • fotofobia.

Alla lunga, e qualora non si intervenga, questi sintomi tendono a diventare cronici, innescando un vero e proprio circolo vizioso spesso esacerbato dall’uso non oculato dei farmaci da banco.

I farmaci da banco, gli idratanti oculari e le lacrime artificiali possono essere d’aiuto. Ma al fine di evitare uno sgradevole “effetto boomerang” vanno somministrati sempre dietro consiglio del proprio oculista e seguendo la posologia prescritta. 

Dott. Giuseppe di Meglio, Medico Oculista esperto in Sindrome dell’Occhio Secco presso il Centro Italiano Occhio Secco.

Possibilità di trattamento

E’ molto importante intervenire non appena i sintomi della Sindrome dell’Occhio Secco cominciano a manifestarsi. L’avanzare del tempo tende a peggiorare il quadro clinico e ad esporre l’occhio ad altri disturbi causati proprio dall’impoverimento del film lacrimale, come cheratiti e congiuntiviti.

Terapia sostitutiva ormonale

La Sindrome dell’Occhio Secco innescata dall’alterazione degli equilibri ormonali va trattata con le dovute attenzioni, rivolgendosi tanto al proprio ginecologo di fiducia, quanto al proprio oculista specializzato in secchezza oculare. Alcune ricerche scientifiche hanno evidenziato come la terapia sostitutiva ormonale possa essere d’aiuto nel migliorare il quadro clinico della Sindrome. Assumere estrogeni aiuta la produzione di lacrime ed è utile a controllare tutti gli altri sintomi tipici della patologia. Ma non solo: gli studiosi hanno sottolineato come anche i livelli di prolattina e di testosterone influiscano sull’alterazione del film lacrimale.

Colliri e farmaci per uso topico

Si consideri, peraltro, che oltre agli sbalzi ormonali, anche la riduzione di produzione di collagene e di acido ialuronico tipica dell’età avanzata può essere un fattore predisponente allo sviluppo della Sindrome dell’Occhio Secco. Oltre alla terapia sostitutiva ormonale, sarà dunque utile somministrare dei colliri a base di acido ialuronico. Chiedere consiglio allo specialista è d’obbligo.

Trattamento a base di luce pulsata per un beneficio sul lungo periodo

Infine, molto utili si sono rivelati i trattamenti a base di luce pulsata. I rimedi per uso topico sono efficaci ma che regalano una sensazione di benessere sul breve periodo. Al contrario, la luce pulsata è in grado di offrire uno stato di benessere oculare sul lungo periodo. Agendo sulle ghiandole di Meibomio, il trattamento con luce pulsata favorisce il ripristino del corretto equilibrio del film lacrimale, con particolare riferimento alle sue componenti lipidiche.

L’efficacia della luce pulsata è comprovata scientificamente. Oltre a ripristinare il corretto funzionamento delle ghiandole di Meibomio, regala una piacevole sensazione di comfort oculare e di benessere psicofisico ai pazienti che vi si sottopongono.

Dott. Giuseppe di Meglio, Medico Oculista esperto in Sindrome dell’Occhio Secco presso il Centro Italiano Occhio Secco.

Altri consigli utili sul tema occhio secco e menopausa

Si consiglia di seguire sempre con precisione le terapie prescritte dai propri medici avendo cura di rispettare i tempi di somministrazione così come i dosaggi. Evitare di abusare con il “fai da te”, cercare di limitare l’uso di lenti a contatto e bere molta acqua sono altresì di grande aiuto per migliorare il quadro clinico tipico della Sindrome dell’Occhio Secco. Ancora, si consiglia di riposare adeguatamente ed avere una dieta sana e varia, assumendo anche alimenti che contengono estrogeni naturali. Tra questi citiamo l’olio di oliva, le olive, le ciliegie, i broccoli, le uova, le cipolle rosse, i fagioli, il cavolfiore.

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occhio secco e vacanze - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Finalmente il conto alla rovescia per le vacanze estive è terminato e il giorno della partenza è imminente. Ci aspettano momenti di relax e divertimento, ma siamo consapevoli che la Sindrome dell’Occhio Secco potrebbe darci qualche fastidio. D’altronde, tra cambiamenti climatici e d’abitudini, i nostri occhi sono spesso i primi a farne le spese. Insomma, il binomio occhio secco e vacanze non è sempre dei più felici. Vediamo dunque qualche consiglio utile per partire in serenità mettendo in atto i giusti accorgimenti per prendersi cura del proprio benessere oculare anche lontano da casa. 

Prima di partire per le vacanze

Prima di partire per le vacanze estive si consiglia di consultare il proprio specialista. Sarà lui a suggerire, oltre alla terapia già in corso per il trattamento della Sindrome dell’Occhio Secco, qualche buon prodotto reidratante da viaggio. Abbinare alla terapia ordinaria già prescritta qualche prodotto che sia d’aiuto durante le vacanze è utile, ma è sempre meglio chiedere consiglio a chi ci ha in cura, al fine di evitare di innescare uno sgradito effetto boomerang. E di tornare a casa in preda ad una recrudescenza dei sintomi.

Come comportarsi durante il viaggio

I fastidi derivanti dal binomio occhio secco e vacanze cominciano già durante il tragitto verso la meta prescelta. Chi è affetto dalla Sindrome dell’Occhio Secco sa bene che bastano piccoli cambiamenti nella propria routine per innescare numerosi sintomi caratterizzanti la patologia ed il circolo vizioso che spesso ne consegue. Attenzione dunque a treni e aerei, all’interno dei quali l’aria condizionata non è modulabile secondo le nostre esigenze. All’interno delle cabine di questi mezzi di trasporto, l’aria è spesso secca e non è escluso che sia carica di polvere e pulviscolo. Il consiglio è quello di viaggiare con una mascherina per gli occhi sottomano se si tratta di spostamenti lunghi. Se invece si tratta di brevi tragitti, conviene tenere in borsa delle salviettine oculari ad azione detergente ed idratante e un collirio decongestionante monodose.

Piccoli accorgimenti una volta giunti presso il proprio alloggio

Una volta giunti a destinazione e preso possesso dell’alloggio, assicuratevi che questo sia ben pulito. Fate circolare l’aria e rimuovete tappeti e tessili non necessari. I tessili possono essere ricettacolo di particelle inquinanti e di polvere, spesso messi in circolo dai filtri dei sistemi di condizionamento. Se alloggiate in un albergo, chiedete che siano rimossi dalla vostra stanza. Se invece avete preso un appartamento in affitto, non dovrete far altro che spostarli, riponendoli in un armadio o una cassapanca. Abbiate cura di arieggiare gli ambienti ogni mattina, così da garantire un buon ricambio d’aria.

Occhio secco e vacanze: come comportarsi durante la permanenza presso la propria destinazione

Mare, montagna, lago, città d’arte? Ogni destinazione presenta le sue insidie. Se in spiaggia sabbia e vento possono essere particolarmente insidiosi per chi è affetto da Sindrome dell’Occhio Secco, la città d’arte può presentare livelli di PM10 più alti di quelli a cui solitamente siamo esposti. Attenzione poi agli sbalzi termici, ai quali è facile esporsi se si esce nelle ore più calde della giornata. Si consiglia dunque di proteggere sempre gli occhi da vento, sole intenso, agenti inquinanti ed irritanti indossando degli occhiali da sole protettivi, e di assumere molti liquidi nell’arco della giornata, così da reidratare il corpo e l’apparato visivo in questi momenti così delicati.

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secchezza oculare e cambiamenti climatici - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Il nostro pianeta è vivo e soggetto a continui cambiamenti. Le attività umane ne sono in gran parte responsabili. La conseguenza più evidente di questi cambiamenti è forse il cosiddetto surriscaldamento globale, che ha determinato alcuni fenomeni climatici talvolta anche estremi e sbalzi termici inusuali. E non solo: le attività industriali di alcune zone molto sviluppate contribuiscono a mettere in circolo elevate dosi di particolato. Si tratta di un mix di particelle inquinanti sia solide che gassose che si muove nell’atmosfera, che può avere conseguenze negative sulla salute dell’apparato respiratorio, della pelle e degli occhi. In particolare, la Sindrome dell’Occhio Secco è una patologia che è andata via via diffondendosi sempre di più anche a causa del particolare contesto climatico nel quale oggi viviamo. Scopriamo assieme in che modo la patologia può essere conseguenza di questo stato delle cose.

Salute umana e cambiamenti climatici

La connessione tra cambiamenti climatici e salute umana non è un’ipotesi empirica ma è, anzi, avvalorata da diversi studi scientifici. E’ provato scientificamente, infatti, che l’inquinamento atmosferico e l’innalzamento delle temperature hanno causato un aumento della morbilità di alcune patologie e la nascita di altri disturbi sino a prima inesistenti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra il 2030 e il 2050 le patologie legate ai cambiamenti climatici causeranno 250mila decessi l’anno.

Sindrome dell’Occhio Secco e cambiamenti climatici

La Sindrome dell’Occhio Secco è una patologia oculare che può colpire indistintamente uomini, donne e bambini. Tra le cause che la possono scatenare troviamo fattori ormonali, legati all’età, al luogo dove si vive, alla professione che si esercita, ai farmaci che si assumono. E’ una patologia ad ampia diffusione che interessa ampia parte della popolazione mondiale.

Anche i cambiamenti climatici citati in apertura ne sono responsabili. L’impoverimento della qualità dell’aria, la diminuzione dell’umidità, l’aumento della temperatura, l’uso ed abuso di sistemi di condizionamento e di riscaldamento dell’aria e la presenza del sopracitato particolato, che aumenta nei periodi di siccità, possono innescare una serie di sintomi tipici.

Tra questi citiamo:

  • arrossamento
  • bruciore
  • sensazione di corpo estraneo
  • iperlacrimazione
  • secchezza oculare
  • fotofobia

Si tratta di un insieme di disturbi irritativi che mettono a repentaglio il benessere della superficie oculare, alterando il naturale equilibrio del film lacrimale. Disturbi che, a lungo andare, possono cronicizzarsi, sfociando nella Sindrome dell’Occhio Secco. 

Molto spesso è proprio il clima in cui viviamo, assieme all’aria che respiriamo, ad essere il responsabile della Sindrome dell’Occhio Secco. E poiché le manifestazioni climatiche non dipendono da noi, l’unica opportunità per disinnescare il circolo vizioso dei sintomi caratterizzanti la Sindrome è quella di rivolgersi ad un team di specialisti esperti nel settore.

Come trattare la secchezza oculare con successo

La Sindrome dell’Occhio Secco oggi è una patologia trattabile con successo a patto che si conosca con precisione la sua causa scatenante. Il primo passo è evitare l’uso di farmaci da banco in totale autonomia: affidarsi alla guida ed alle indicazioni di uno specialista è cruciale per evitare di andare incontro ad una progressiva recrudescenza della patologia. Poiché, come detto, le cause della Sindrome dell’Occhio Secco possono essere innumerevoli, la diagnostica riveste un ruolo fondamentale. Se per la Sindrome dell’Occhio Secco causata da Meibomite il lipi flow si rivela prezioso, per esempio, potrà non essere lo stesso qualora le cause siano di tipo ambientale.

Individuare le cause che hanno innescato la patologia consente di mettere a punto un protocollo di trattamento mirato rispetto alle proprie esigenze. Un percorso mirato capace di restituire risultati concreti, tangibili e durevoli sul lungo periodo. Ancora una volta, dunque, il consiglio è quello di rivolgersi ad un medico oculista specializzato nella Sindrome dell’Occhio Secco.

Vuoi saperne di più?

Presso il Centro Italiano Occhio Secco è a tua disposizione un team di specialisti nella diagnosi e nel trattamento della secchezza oculare cronica. Anche causata da fattori di tipo ambientale. Vi troverai un team di professionisti dotati di grande competenza e straordinaria professionalità, strumenti diagnostici d’avanguardia e tutti i migliori trattamenti ad ogni disponibili. Chiamaci: siamo a tua disposizione dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 63611970 o scrivici a info@centroitalianoocchiosecco.it.

miopia occhio secco covid - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Abbiamo più volte parlato del cambiamento di abitudini posto in essere dalla pandemia da Coronavirus. Nuove routine nate dall’esigenza di svolgere la maggior parte delle nostre mansioni dalla nostra abitazione. Studio, lavoro, intrattenimento hanno assunto contorni inediti, costringendoci ad usufruire maggiormente delle moderne tecnologie ed a prendere le misure rispetto ad un nuovo modo di vivere la nostra socialità. E non solo. Le poche occasioni che questo nuovo stile di vita ci ha offerto per lasciare le mura domestiche, hanno fatto sì che la mascherina chirurgica diventasse un accessorio imprescindibile e, nostro malgrado, irrinunciabile. Ma in che modo questo ha influito sul nostro benessere oculare? Quali sono i disturbi visivi e le patologie esacerbate dall’uso prolungato dei device elettronici e delle mascherine chirurgiche? Approfondiamo assieme l’argomento, con particolare riferimento al legame tra miopia, Occhio Secco e Covid. 

Occhio Secco e Covid: “colpa” della mascherina?

Alle già note cause della Sindrome dell’Occhio Secco (predisposizione genetica, cause ambientali, qualità dell’aria, inquinamento, abitudini e stili di vita, oscillazioni ormonali, fumo, assunzione di farmaci, sesso), oggi se ne aggiunge oggi un’altra: l’uso della mascherina. Un dispositivo più che mai fondamentale, del quale in ogni caso oggi non è possibile fare a meno, per non mettere a repentaglio la nostra salute così come quella della comunità in cui viviamo.

La Sindrome dell’Occhio Secco indotta dall’uso prolungato della mascherina chirurgica oggi ha un nome: MADE

Secondo le più recenti ricerche scientifiche, l’uso della mascherina chirurgica sarebbe legato ad un aumento dell’incidenza della Sindrome dell’Occhio Secco. A tal punto che gli esperti hanno coniato l’espressione Mask-Associated Dry Eye (abbreviata in MADE) per riferirsi a questa evenienza. Secondo i risultati emersi da una ricerca pubblicata nel settembre del 2020 a cura del Centre for Ocular Research & Education (CORE) della School of Optometry and Vision Science dell’Università di Waterloo, in Canada, chi indossa a lungo la mascherina chirurgica è maggiormente propenso a sviluppare la Sindrome dell’Occhio Secco.

Come si sviluppa la Sindrome dell’Occhio Secco da mascherina chirurgica

Quando respiriamo all’interno della mascherina, l’aria che emettiamo attraverso naso e bocca sale verso gli occhi. E’ come se avessimo un piccolissimo ventilatore costantemente puntato sugli occhi, che porta il film lacrimale – che solitamente mantiene la superficie oculare ben lubrificata ed umida – ad evaporare maggiormente. Come conseguenza, si tende a percepire una sensazione di marcata secchezza, con arrossamento, bruciore e sensazione di corpo estraneo. Come sempre, si sconsiglia di sfregarsi gli occhi, dal momento che le mani non lavate possono peggiorare lo stato infiammatorio e causare a loro volta nuovi stati patologici. Ma anche perché il Covid si può contrarre anche attraverso la congiuntiva.

Indossare la mascherina: una responsabilità personale e sociale

Nonostante la mascherina chirurgica possa in alcuni casi inasprire i sintomi dell’Occhio Secco, è davvero fondamentale indossarla sempre. Non si dimentichi che la mascherina è indispensabile per proteggere noi stessi così come coloro che ci circondano dal Covid19 ma anche da tante altre patologie virali.

Miopia e Covid: qual è il legame?

La miopia è il difetto visivo più diffuso al mondo. Già prima della diffusione della pandemia da coronavirus, in innumerevoli studi scientifici si sottolineava il legame tra l’uso intensivo dei device elettronici ed il peggioramento della miopia. Un peggioramento che interessa in particolar modo le giovani generazioni sempre più interconnesse e sempre meno intente a trascorrere del tempo di qualità all’aria aperta. La progressiva dilatazione degli anni trascorsi sui libri rispetto a quanto accadeva pochi decenni fa ha evidentemente fatto il resto. Una situazione che porta l’occhio a disabituarsi alla visione da lontano a scapito di quella da vicino, innescando un peggioramento della miopia. O una sua insorgenza nei soggetti predisposti.

Con l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, l’esigenza di dover ricorrere allo smart working ed alla didattica a distanza e le lunghe ore trascorse tra le mura domestiche sono state, di fatto, la leva per un ulteriore peggioramento di quella che gli esperti hanno definito la “pandemia” da miopia.

Da fare:

  • tenere sempre sottomano una soluzione oculare idratante o delle salviette oftalmiche rinfrescanti, da usare esclusivamente con le mani ben pulite;
  • non mancare ai propri appuntamenti con l’oculista;
  • umidificare opportunamente l’ambiente nel quale si soggiorna;
  • fare le opportune pause dallo studio o dal lavoro, alzandosi dalla scrivania e volgendo lo sguardo fuori dalla finestra (un esercizio rilassante per gli occhi e per la mente);
  • non mancare ai propri appuntamenti con l’oculista, rivolgendosi ad uno specialista esperto in Sindrome dell’Occhio Secco;
  • indossare correttamente la mascherina, sempre ed anche in presenza dei sintomi sopra descritti. Al fine di limitare la sintomatologia connessa alla secchezza oculare può essere d’aiuto far aderire molto bene la mascherina sul naso. Inoltre, a chi porta gli occhiali si consiglia di cercare di far poggiare gli occhiali sopra l’estremità superiore della mascherina, e non viceversa;
  • volendo, valutare un intervento di chirurgia refrattiva, per poter fare a meno di lenti ed occhiali e correggere i propri difetti visivi.

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Il Centro Italiano Occhio Secco è a tua disposizione. Ti accoglieremo in un ambiente cordiale perfettamente in linea con le ultime direttive anti COVID in fatto di igiene e sanificazione degli ambienti, così come di tutela della tua salute e di quella di tutto il nostro staff. Chiamaci dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361 1970.

sonno e occhio secco - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Come sappiamo, dormire bene è fondamentale per affrontare la giornata con la giusta energia. Abbiamo già visto altrove l’argomento del legame che intercorre tra i nostri occhi ed i ritmi circadiani: è infatti proprio nella retina il delicato e sofisticatissimo sistema che regola l’alternanza sonno-veglia e che ci consente di modulare la nostra esistenza sulla base di momenti di attività ed inattività ben bilanciati. Oggi la scienza ci porta a conoscenza di un’altra interessante realtà legata alla qualità del sonno. Ovvero, l’influenza che un buon riposo può esercitare sull’andamento di alcune patologie. Tra queste, anche la Sindrome dell’Occhio Secco.

Perché dormire bene è fondamentale

Dormire bene, e per un numero sufficiente di ore, è davvero molto importante per la salute fisica e mentale. Non a caso, statistiche alla mano, il numero di incidenti stradali ma anche sul lavoro connessi alla stanchezza ed alla perdita di concentrazione è davvero molto elevato. Ma non solo: alcune ricerche scientifiche hanno evidenziato come esista un legame tra alcune patologie, sintomatologie e/o condizioni cliniche ed una scarsa qualità del sonno. Occhio secco, ansia, depressione, disturbi psichici, ipertensione, diabete e menopausa, per citarne alcune.

Naturalmente, la qualità del sonno non è sempre la causa primaria dell’insorgenza di questi sintomi o disturbi ma, secondo gli studiosi, di certo concorre al loro esordio o alla loro recrudescenza, assieme ad altri fattori di tipo ambientale, genetica, clinica e via dicendo.

Sonno e Occhio Secco: qual è il legame?

Secondo gli studiosi, il legame che intercorre tra qualità del sonno, disturbi psichici e Sindrome dell’Occhio Secco è più stretto di quanto si possa pensare. Alla base di tale intuizione, supportata naturalmente da evidenze cliniche e scientifiche, vi è il fatto che la Sindrome dell’Occhio Secco è frequentemente connessa a disturbi dell’umore, quali ansia e depressione. Un dato che non stupisce, dal momento che la Sindrome porta con sé una gamma di sintomi non sempre facili da gestire, difficili da sopportare sul lungo periodo e talvolta persino invalidanti. E sono proprio i disturbi della sfera psichica o emotiva a mettere a repentaglio il riposo notturno, tanto sul piano qualitativo che quantitativo.

Anche la patologia stessa è responsabile, spesso, di una scarsa qualità o quantità di sonno nel paziente. La melanopsina è una molecola presente sulla retina avente il ruolo di inviare al cervello l’informazione relativa alla presenza o meno di luce. In alcune patologie come la Sindrome dell’Occhio Secco, la cataratta ed il glaucoma, questo meccanismo non avviene correttamente. La conseguenza è un’alterazione dei ritmi circadiani e dei ritmi sonno-veglia la quale, a sua volta, predispone all’insorgenza di patologie dell’umore.

Ancora, uno studio scientifico ha sottolineato come i pazienti affetti da Sindrome dell’Occhio Secco siano maggiormente predisposti alle apnee notturne. Ed è risaputo che chi soffre di apnee notturne tende a non riposare bene.

Infine, a conclusione di questo articolo sulle possibili correlazioni tra la Occhio Secco e sonno, ricordiamo che l’uso prolungato dei device elettronici non solo favorisce l’insorgenza di alterazioni del film lacrimale, ma anche la comparsa di disturbi del sonno. Il consiglio è quello di evitare di usare i device elettronici a letto prima di addormentarsi, e di prediligere la lettura di un buon libro.

Fonte: iovs.arvojournals.org

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Stai sperimentando alcuni dei sintomi sopra descritti? Il Centro Italiano Occhio Secco è a tua disposizione dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361 1970.

lacrime artificiali - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Tra secchezza oculare e Sindrome dell’Occhio Secco c’è una grande differenza. Se da un lato infatti ci troviamo di fronte ad un sintomo transitorio (seppur fastidioso), dall’altro invece la protagonista è una vera e propria patologia. Sgradita e fastidiosa, per la cronicità ed il carattere recidivante con il quale i suoi sintomi si manifestano. Basterà, dunque, tenere colliri e lacrime artificiali sempre a portata di mano, per imparare a conviverci serenamente? La risposta evidentemente è no. Sia nel caso di una secchezza oculare temporanea, sia nel caso della Sindrome dell’Occhio Secco, la prima cosa da fare è sempre quella avere il parere dello specialista. 

Colliri e lacrime artificiali per occhio secco: perché fare attenzione

Se l’occhio secco è passeggero

Come detto in apertura, tra secchezza oculare e Sindrome dell’Occhio Secco c’è differenza. Tuttavia, è anche vero che non è del tutto infrequente che un sintomo apparentemente transitorio sfoci in breve tempo nella patologia. E i responsabili spesso siamo proprio noi che, nel tentativo di trovare sollievo dalla sensazione di bruciore e arrossamento, ricorriamo a diversi tipi di colliri senza consultare il medico, o peggio, esagerando nella posologia.

Il consiglio: evitare il fai da te sconsiderato, e chiedere sempre consiglio allo specialista, anche per l’uso di farmaci da banco. 

Se siamo affetti da Sindrome dell’Occhio Secco

Anche a patologia oramai conclamata, ovvero quando la secchezza oculare porta con sé un insieme di altri sintomi piuttosto fastidiosi e spesso recidivanti, la tentazione di tenere sempre lacrime artificiali e colliri sottomano è forte. In fondo, fanno parte del nostro programma terapeutico e ci sono stati prescritti! In effetti, i colliri sono spesso prescritti in abbinamento ad altri tipi di trattamenti – come la luce pulsata, per esempio – pensati per condurre il paziente ad un ritrovato benessere sul lungo periodo. Eppure, è bene usare cautela. Esagerare nei tempi e nei dosaggi può regalarci forse una sensazione di benessere momentanea, ma può anche portare, in seconda battuta ad un’acutizzazione dei sintomi.

Il consiglio: se si è in cura per Sindrome dell’Occhio Secco, seguire sempre le indicazioni terapeutiche fornite dallo specialista. Pensare che un farmaco da banco sia tutto sommato innocuo e che comunicarne l’uso al medico sia superfluo è, di fatto, un errore. Così come lo è esagerare nelle somministrazioni.

Se non sappiamo di preciso quale sia la causa del nostro disturbo oculare

Qualora invece ci si trovi di fronte ad un disturbo non meglio definito, evitare di procedere con l’autodiagnosi e di provvedere con lacrime artificiali per occhio secco senza interpellare lo specialista. La secchezza oculare ed i sintomi ad essa connessi possono avere una miriade di cause differenti: allergiche, ambientali, ormonali, farmacologiche e via dicendo. Agire repentinamente sul sintomo senza indagarne le cause può causarne un peggioramento o mascherare i motivi che l’hanno causato.

Il consiglio: il problema non è solamente il sintomo, ma è la causa che lo ha innescato. Rivolgersi sempre ad uno specialista per capire che cosa ha causato la secchezza oculare e quale sia il programma terapeutico più adatto a noi. A volte l’uso di farmaci da banco prima della visita oculistica può generare, in fase diagnostica, esiti imprecisi. 

In linea generale, ad ogni modo, colliri e lacrime artificiali possono essere davvero un aiuto prezioso ed un’importante fonte di sollievo, laddove inseriti in programmi terapeutici mirati, messi a punto dallo specialista, per il trattamento della secchezza oculare.

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Soffri di secchezza oculare o credi di essere affetto da Sindrome dell’Occhio Secco? Chiamaci dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361 1970, saremo lieti di occuparci del tuo benessere oculare.

occhio secco lipi flow - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Una delle possibilità terapeutiche nei confronti della Sindrome dell’Occhio Secco è il trattamento con Lipi Flow. Il trattamento si rivela non solo efficace nel controllo dei sintomi, ma spesso anche risolutivo nei confronti della patologia stessa. A patto che questa sia causata da un’ostruzione delle ghiandole di Meibomio. Ma cosa sono le ghiandole di Meibomio? E in cosa consiste il Lipi Flow? E in quali casi è utile? Approfondiamo assieme l’argomento. 

Perché le ghiandole di Meibomio sono così determinanti per la corretta lubrificazione oculare?

Le ghiandole di Meibomio sono collocate sul bordo palpebrale sia inferiore e che superiore ed hanno il ruolo di secernere la componente lipidica delle lacrime. Qualora queste si ostruiscano, le lacrime risulteranno impoverite, con una prevalenza di sostanze acquee e mucose. E saranno più propense ad evaporare rapidamente. Di conseguenza, l’occhio andrà incontro ad una sensazione di secchezza e di irritazione che presto assumerà carattere di cronicità ed innescando la Sindrome dell’Occhio Secco. Quando questo accade, si parla di Sindrome dell’Occhio Secco di tipo evaporativo. Per trattare la patologia dunque, si individuano soluzioni terapeutiche e trattamenti che aiutino le ghiandole di Meibomio a sbloccarsi e sfiammarsi. Una di queste soluzioni prende il nome di Lipi Flow.

In cosa consiste il trattamento con Lipi Flow?

La tecnologia che sta alla base del trattamento con Lipi Flow ha l’obiettivo di sbloccare le ghiandole di Meibomio ostruite e di favorire il ritorno di un buon equilibro idro lipidico a livello del film lacrimale, di fatto correggendo l’eccessiva evaporazione e la conseguente secchezza oculare. Il trattamento si basa sul concetto di pulsazione termica: grazie ad uno speciale macchinario collocato sulla palpebra, si va ad esercitare una combinazione di movimenti pressori e di somministrazione di calore sulle palpebre. Il trattamento interessa entrambe le palpebre, è di breve durata ed è totalmente indolore. Anzi, la maggior parte dei pazienti che vi si sottopone riferisce di provare sensazioni di grande benessere.

Quando è indicato il Lipi Flow?

Il trattamento con dispositivo Lipi Flow, se praticato con costanza nel rispetto dei tempi e dei protocolli di cura suggeriti dallo specialista, può regalare sollievo sul lungo periodo ed essere anche risolutivo nei confronti della patologia. Tuttavia, il trattamento è consigliato solamente ai pazienti affetti da Sindrome dell’Occhio Secco causata da ostruzione delle Ghiandole di Meibomio. Sarà cura dello specialista, in fase diagnostica, effettuare una serie di test mirati per stabilire le cause precise della sindrome. Un test particolarmente utile per capire se la sindrome è causata da ostruzione dei dotti lacrimali è proprio la Meibografia o Studio del Film Lacrimale.

Leggi anche: la diagnosi dell’occhio secco

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Pensi di soffrire di Sindrome dell’Occhio Secco ma non ne sei sicuro? Oppure ne sei affetto e non ne conosci le cause? O ancora, vorresti sapere se il trattamento con dispositivo Lipi Flow potrebbe fare al caso tuo? Chiamaci dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361 1970, saremo lieti di occuparci del tuo benessere oculare.