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occhio secco come curarlo - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Com’è noto, per Sindrome dell’Occhio Secco si intende l’alterazione della naturale lubrificazione della superficie oculare. Il suo carattere recidivante e persistente fa sì che, quel che inizialmente sembra un insieme di fastidi passeggeri, possa diventare una vera e propria patologia.Chi ne è affetto, spesso, finisce per doverci fare i conti sul lungo periodo. Parlando dunque di occhio secco, come curarlo a lungo termine? Come ritrovare uno stato di benessere oculare, capace di ripercuotersi positivamente anche su quello psicofisico generale? Facciamo il punto della situazione. 

Obiettivo numero 1: controllare i sintomi della Sindrome dell’Occhio Secco

Il primo obiettivo che si pone chi è affetto da Sindrome dell’Occhio Secco è quello di tenerne a bada i sintomi. Il cosiddetto fai da te è sconsigliabile: ricorrere all’automedicazione potrebbe innescare un effetto boomerang capace di inasprire la sintomatologia. Questo accade perché i sintomi della Sindrome dell’Occhio Secco si presentano come un “circolo vizioso” che può sfuggire dal nostro controllo. Dunque, per far rientrare i sintomi senza esacerbare di riflesso la situazione, la prima cosa da fare è rivolgersi ad un team di professionisti esperti proprio nella diagnosi e nel trattamento della patologia.

Presso il Centro Italiano Occhio Secco sono a tua disposizione strumenti diagnostici d’avanguardia ed una équipe medica altamente specializzata proprio per compiere il primo passo assieme:

  • diagnosticare con certezza la Sindrome dell’Occhio Secco;
  • definirne le cause, fra cui ricordiamo: fattori ormonali, ambientali, farmacologici, patologie autoimmuni;
  • mettere a punto il percorso terapeutico più indicato per ciascun caso.

A seconda delle caratteristiche della patologia, della sua gravità e della sua causa, gli specialisti metteranno a punto un percorso terapeutico mirato. Ad oggi, la Sindrome dell’Occhio Secco non è un nemico impossibile, anzi. Oltre ai più classici approcci tramite lacrime artificiali, terapie farmacologiche a base di anti-infiammatori oppure drenaggio delle ghiandole di Meibomio (ove la causa sia una meibonite, naturalmente), vi sono soluzioni che si avvalgono di strumentazioni d’avanguardia particolarmente efficaci. Tra queste, citiamo i trattamenti con luce pulsata ed il trattamento lipiflow, differenti ma entrambi altamente validi.

Obiettivo numero 2: mantenere nel tempo i risultati ottenuti

Le soluzioni terapeutiche sopracitate – ed in particolare il lipiflow e la luce pulsata – sono in grado di restituire una situazione di benessere oculare in breve tempo. Tuttavia, come detto in apertura e come loro malgrado tutti i pazienti con Sindrome dell’Occhio Secco sanno, la patologia è davvero insidiosa e tende a far ritorno a sorpresa in modo inaspettato. Se a proposito di Occhio Secco, come curarlo sembra chiaro, si pone il problema di come mantenere i risultati ottenuti sul lungo periodo. La parola d’ordine, in questo senso, è aderenza alla terapia.

E’ importantissimo avere un atteggiamento serio improntato alla costanza:

  • rispettando le indicazioni terapeutiche fornite dagli specialisti;
  • evitando di posticipare o saltare gli appuntamenti per eventuali sedute di trattamento, magari incoraggiati dalla sensazione di “sentirsi già meglio”.

In questo modo sarà possibile raggiungere entrambi gli obiettivi e sentirsi davvero meglio sul lungo periodo.

Vuoi saperne di più?

Se “le hai provate tutte” ma la Sindrome dell’Occhio Secco è ancora una spiacevole e sgradita compagnia, prenota una visita specialistica. Sarà l’occasione per fare il punto della situazione in merito alla tua salute oculare, e per definire un percorso terapeutico capace di restituirti il giusto benessere sul lungo periodo.

Siamo a tua disposizione. Chiamaci dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361 1970.

 

occhio secco e lenti a contatto - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Esiste una correlazione fra occhio secco e lenti a contatto? Le moderne lenti sono molto sicure e sono concepite per garantire un’ottimale ossigenazione della cornea e dei tessuti oculari. Tuttavia, per una serie di motivi dipendenti dallo stato di salute oculare di chi le indossa e da come vengono utilizzate, le lenti a contatto possono innescare alcune complicazioni. Tra queste, una marcata secchezza oculare che, se trascurata, può cronicizzarsi sino a diventare un vero e proprio stato patologico: una Sindrome dell’Occhio Secco. 

Sindrome dell’Occhio Secco e lenti a contatto: complicazioni

Nonostante la scienza dei materiali consenta oggi di proporre sul mercato lenti altamente performanti, leggerissime e capaci di mantenere un elevato standard in fatto di ossigenazione della cornea, è pur vero che le lenti entrano in contatto diretto con il film lacrimale, talvolta alterandolo. L’utilizzo prolungato delle lenti a contatto può quindi causare secchezza oculare, non solo in soggetti particolarmente sensibili. Qualora si viva in ambienti particolarmente inquinati o con una qualità dell’aria non eccellente, si assumano determinati farmaci oppure si sia un soggetto allergico, la situazione potrebbe ulteriormente complicarsi. Si andrà dunque incontro al rischio di sviluppare occhio secco.

Altre complicazioni derivanti dall’uso delle lenti a contatto

Le lenti a contatto, pur nella loro straordinaria praticità possono, talvolta, indurre qualche altro problema oculare. Specie, come detto, in situazioni d’uso prolungato oppure poco corretto. A questo proposito citiamo le cheratiti, infiammazioni della cornea, che si possono presentare con caratteristiche e sintomatologie differenti, oppure le congiuntiviti, infiammazioni della congiuntiva. 

Quali sono le opzioni di trattamento per questo tipo di complicazioni?

Nel caso della Sindrome dell’Occhio Secco, i trattamenti possono includere colliri umettanti e lacrime artificiali, sedute di lipi-flow, di probing oppure di luce pulsataCheratiti e congiuntiviti, invece, si curano con farmaci specifici. A seguito di una visita oculistica specialistica molto accurata ed approfondita, il medico potrà anche associare ai trattamenti prescritti la raccomandazione di sospendere o ridurre l’uso delle lenti a contatto. 

Anche chi soffre di calazio e orzaiolo dovrebbe sospendere l’uso delle lenti a contatto?

In caso di orzaiolo o calazio è consigliabile sospendere l’utilizzo delle lenti a contatto, per favorire la corretta guarigione della patologia e ristabilire il corretto equilibrio del film lacrimale. Spesso, peraltro, la presenza di calazio e orzaiolo in abbinamento alle lenti a contatto può peggiorare e cronicizzare l’alterazione del film lacrimale, provocando occhio secco. Per quanto riguarda la terapia, questo genere di infezioni è trattabile spesso con una farmaci di tipo antibiotico. Nel caso del calazio, in particolare, può eventualmente rendersi utile consultare uno specialista ed eseguire un semplice intervento chirurgico.

Conclusioni

Le lenti a contatto, se usate con moderazione, con le dovute attenzioni igieniche ed in accordo con quanto consigliato dallo specialista, non presentano importanti controindicazioni. Tuttavia, nel caso si presentino stati irritativi, sintomi infiammatori o infettivi, è meglio usare una certa cautela e prenotare quanto prima una visita specialistica.

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La parola “blefaroplastica” induce sempre a pensare ad un trattamento dal fine meramente estetico. Eppure non è così. La blefaroplastica può essere un’ottima alleata contro la Sindrome dell’Occhio Secco, specie se questa è causata da disturbi quali la blefarocalasi e l’ectropion. Conosciamo più da vicino questi disturbi, e cerchiamo di capire come mai sono connessi alla Sindrome dell’Occhio Secco. 

Blefarocalasi ed ectropion: due cause possibili della Sindrome dell’Occhio Secco

La blefarocalasi è un rilassamento cutaneo della palpebra dovuto a vari fattori concomitanti: l’invecchiamento dei tessuti, la perdita di collagene, la gravità. Può interessare tanto la palpebra superiore quanto quella inferiore. Quando si verifica sulla palpebra inferiore, parte della superficie oculare può rimanere inopportunamente e lungamente scoperta. Di conseguenza, l’occhio non solo non è ben lubrificato ma, con l’andare del tempo, il paziente rischia di sviluppare una secchezza oculare destinata a cronicizzarsi. Insomma, un paziente affetto da blefarocalasi della palpebra, specie se inferiore, può sviluppare anche la Sindrome dell’Occhio Secco.

Analogamente, anche chi è affetto da ectropion può andare incontro a fenomeni di secchezza oculare intensi e prolungati nel tempo. L’ectropion è una rotazione della palpebra inferiore verso l’esterno. Anche in questo caso, il film lacrimale diviene alterato o instabile e l’occhio perde parte della sua naturale protezione contro gli agenti esterni.

In che modo la blefaroplastica può essere d’aiuto

Nel caso in cui la Sindrome dell’Occhio Secco sia causata da blefarocalasi o l’ectropion, la soluzione risiede in primis nel trattamento di questi disturbi. In questo senso, un intervento di blefaroplastica può apportare al paziente più benefici:

  • risolvere la Sindrome dell’Occhio Secco, favorendo il ritorno ad una normale lubrificazione dell’occhio che, tornando ad essere correttamente coperto e protetto dalla palpebra o dal bordo palpebrale, ritrova la sua naturale lubrificazione e protezione contro gli agenti esterni;
  • trattare la blefarocalasi e l’ectropion che, se trascurati, possono innescare a loro volta altri disturbi (come arrossamento oculare, dolore, ma anche cheratiti);
  • offrire un beneficio di indole estetica, restituendo uno sguardo armonioso e fresco.

In cosa consiste l’intervento di blefaroplastica?

L’intervento di blefaroplastica è dunque risolutivo non solo sul piano estetico, ma anche su quello funzionale. Si tratta di una procedura di breve durata, che si esegue in antestesia locale ed in regime di day surgery. Le incisioni effettuate nel corso dell’intervento sono minime e sono sempre effettuate laddove, a guarigione avvenuta, saranno del tutto invisibili. Il recupero post operatorio è veloce e nell’arco di una settimana il paziente può tornare alle sue normali abitudini.

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occhio secco e depressione - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Secondo diverse ricerche scientifiche vi sarebbe una correlazione diretta tra Sindrome dell’Occhio Secco e disturbi dell’umore, in primis ansia e depressione. Una correlazione “in entrata e in uscita”, dal momento che, se da un lato la patologia può innescare ansia e depressione, dall’altro è ugualmente confermato che sono gli stessi disturbi della sfera emotiva a causare, talvolta, la Sindrome dell’Occhio Secco. Tutto ciò mentre oggi una buona parte della comunità non scientifica tende a sottovalutare la patologia, manifestando talvolta una certa indifferenza nei confronti dello stato d’animo di chi ne soffre. Perché soffrire di Sindrome dell’Occhio Secco è decisamente molto spiacevole. E non sentirsi compresi ancor di più. Chi ne è affetto lo può senza alcun dubbio confermare.

La Sindrome dell’Occhio Secco può causare ansia e depressione

Secondo una ricerca scientifica pubblicata sulla rivista Nature, i pazienti affetti da Sindrome dell’Occhio Secco sono maggiormente a rischio di soffrire di disturbi dell’umore rispetto ai pazienti che non ne sono affetti. Statisticamente parlando, il rapporto di rischio è di 3 a 1, ovvero un paziente con Dry Eye Syndrome è 3 volte più a rischio degli altri di soffrire anche di disturbi della sfera emotiva. Questa percentuale sale se la sindrome è causata dal Morbo di Sjogren, una patologia infiammatoria autoimmune che colpisce le ghiandole esocrine causando una marcata disidratazione a più livelli.

Fonte: Nature.com

Un dato che non stupisce

L’oggettività del dato suggerito dalla ricerca scientifica sopracitata non ci stupisce. E’ facile comprendere quanto un paziente affetto dalla patologia possa andare incontro ad una sensazione di scoramento e di malumore che, proprio come la patologia, tendono a cronicizzarsi, trasformandosi in un atteggiamento costante e modificando il carattere di chi ne soffre anche in modo profondo. Non si dimentichi che i sintomi tipici della Sindrome non solo sono cronici e persistenti, ma difficilmente recedono a causa del circolo vizioso che si crea tra le cause scatenanti ed i danni causati sulla superficie oculare. Il risultato è un paziente con crescenti difficoltà anche nel compiere banali azioni quotidiane, come condurre un veicolo o leggere un giornale.

I disturbi dell’umore possono causare la Sindrome dell’Occhio Secco

Se è vero quanto sopra affermato, ovvero che la Sindrome dell’Occhio Secco può causare anche alcuni disturbi dell’umore, diversi studi scientifici di rilevanza internazionale hanno confermato anche l’esatto contrario. Com’è noto, tra i fattori di rischio della patologia troviamo la qualità dell’aria, l’esposizione al sole, l’uso di device elettronici, il fumo di sigaretta, l’utilizzo di lenti a contatto ed anche l’assunzione di alcuni farmaci. Tra questi figurano anche alcuni antidepressivi, la cui assunzione prolungata può compromettere l’equilibrio del film lacrimale e della superficie oculare innescando appunto la Sindrome dell’Occhio Secco.

Fonte: ncbi.nlh.nih.gov

Insomma, se assumere alcuni antidepressivi può causare la Sindrome dell’Occhio Secco, la successiva persistenza della Sindrome può rinforzare i sintomi depressivi innescando un circolo vizioso poco piacevole per il paziente.

Senza una terapia adeguata, la situazione non può che peggiorare

Qualunque sia l’origine della Sindrome dell’Occhio Secco, sottoporsi ad una visita specialistica e definire un piano di trattamento mirato può essere d’aiuto per contenere ed arrestare la fastidiosa sintomatologia che questa porta con sé. Oggi le nuove frontiere della terapia includono trattamenti d’avanguardia – come la luce pulsata –  in grado di offrire risultati concreti ed incoraggianti per chi è affetto dalla patologia.

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cataratta e occhio secco - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Il notevole progresso tecnologico che negli ultimi decenni ha esercitato un’influenza positiva nel campo della chirurgia oftalmica. Insieme alla messa a punto di nuove tecniche d’esecuzione degli interventi, hanno segnato la svolta anche per quanto riguarda il trattamento della cataratta. Se a questo aggiungiamo il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale ed il fatto che l’ingresso nell’età anziana slitta sempre più in avanti, non sarà difficile comprendere perché l’intervento di cataratta al giorno d’oggi è una procedura che possiamo definire di routine. Ma cosa succede però, al paziente che riceve una diagnosi di cataratta pur essendo affetto da Sindrome Dell’Occhio Secco? 

L’intervento di cataratta oggi è davvero di routine

Come anticipato, l’intervento di cataratta è oggi uno dei più praticati al mondo. E’ anche una delle procedure mediche con una percentuale di rischio intraoperatorio e postoperatorio tra le più basse in assoluto. L’intervento prevede che il cristallino naturale, in via di opacizzazione, sia rimosso. Per eseguire la rimozione si usa uno speciale strumento ad ultrasuoni, chiamato facoemulsificatore, che frantuma ed aspira il cristallino. In seguito, all’interno della capsula che conteneva il cristallino si inserisce una nuova lente intraoculare, o cristallino artificiale. Quest’ultimo è perfettamente trasparente e, ove necessario, può anche essere dotato di un potere diottrico coerente con le esigenze del paziente. E’ evidente quindi che l’intervento di cataratta offre al paziente una lunga lista di vantaggi:

  • permette di ripristinare la trasparenza del cristallino per tutta la durata della vita del paziente, tramite la sostituzione di quello naturale con uno artificiale;
  • permette di correggere i difetti visivi (miopia, astigmatismo, ipermetropia);
  • è di breve durata;
  • è indolore: sono sufficienti alcune gocce di collirio anestetico;
  • si esegue in day surgery: al termine dell’intervento si può far ritorno presso la propria abitazione.

L’intervento di cataratta ha controindicazioni?

L’intervento di cataratta non ha controindicazioni. Come qualunque intervento di chirurgia oftalmica, esso può portare ad un po’ di discomfort postoperatorio che include alcuni sintomi temporanei. Tra questi, un pò di fotofobia, arrossamento, sensazione di corpo estraneo ed un un calo dell’idratazione della superficie oculare.

Cataratta e occhio secco, che fare? Sarà lo specialista a fare le giuste valutazioni

Un paziente già affetto da Sindrome dell’Occhio Secco potrebbe risentire maggiormente dei sintomi post operatori che caratterizzano l’intervento di cataratta, ed in particolare dell’alterazione dell’idratazione della superficie oculare. Una situazione che va presa in esame dallo specialista che, dopo un’attenta valutazione dello stato di salute oculare del paziente, metterà a punto dei trattamenti pre e post operatori mirati. L’obiettivo, ripristinare il più possibile la corretta idratazione oculare. I pazienti affetti da Sindrome dell’Occhio secco possono quindi affrontare l’intervento dopo aver discusso con lo specialista e stabilito un iter da seguire durante tutto il percorso prima, durante e dopo l’intervento.

Prenota la tua visita oculistica specialistica

Non esitare a prenotare una visita oculistica specialistica per accertare il tuo stato di salute oculare e discutere con l’oculista la possibilità di affrontare l’intervento di cataratta e di gestire correttamente i sintomi della Sindrome dell’Occhio Secco.

Chiamaci!

Chiamaci dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 63611970

occhio secco e trucco - Centro Italiano Occhio Secco

A proposito di occhio secco e trucco, nel corso di un convegno svoltosi a Roma nel 2019 la società scientifica Tear Film & Ocular Surface Society ha indicato, prove alla mano, alcuni fattori scatenanti la Sindrome dell’Occhio Secco. Tra questi, anche uno dei migliori amici delle donne: il mascara. 

Un convegno dedicato alle patologie della superficie oculare

Al convegno European TFOS Ambassador Meeting hanno preso parte alcuni tra i più noti e preparati medici, studiosi e ricercatori della superficie oculare. Tra i temi affrontati, le patologie che possono colpire questa delicatissima parte del nostro apparato visivo ma anche i fattori predisponenti ed i fattori di rischio di queste patologie. Durante i lavori è emerso chiaramente che la superficie oculare può essere colpita da alcune patologie croniche anche piuttosto gravi. E non solo: secondo uno studio presentato dalla Tear Film & Ocular Surface Society di Boston, vi sono anche alcune abitudini che possono predisporre allo sviluppo delle patologie della superficie oculare, non ultima la Dry Eye Syndrome – Sindrome dell’Occhio Secco.

Occhio secco e trucco: le conclusioni dello studio presentato dalla TFOS

Secondo lo studio TFOS Dews II presentato a Roma dalla TFOS, anche i cosmetici per il make-up degli occhi possono favorire l’insorgenza della Sindrome dell’Occhio Secco. Questo accade perchè alcune microparticelle di questi prodotti cosmetici potrebbero andare a depositarsi proprio sulla superficie oculare. La conseguenza è un’alterazione del naturale e corretto equilibrio del film idrolipidico che protegge questa parte del nostro apparato visivo.

Occhio secco e trucco: l’imputato numero uno è il mascara

Scovolino poco igienico e ingredienti non sempre sani possono favorire un impoverimento del film lacrimale

Lo studio su occhio secco e trucco ha sottolineato in particolare come il mascara sia uno dei prodotti che maggiormente possono compromettere l’equilibrio del film idrolipidico della superficie oculare. Questo accade perché lo scovolino del mascara già dopo alcune settimane di utilizzo comincia ad ospitare acari, batteri, residui di cellule morte e sebo. Si noti che questo accumulo di particelle è potenzialmente dannoso e poco igienico anche qualora ad utilizzare il mascara sia sempre la stessa persona.

Oltre alle ragioni igieniche sopra illustrate, gli studiosi hanno messo in evidenza la potenziale capacità irritativa del mascara e dei cosmetici più in generale, anche in virtù della presenza di alcuni ingredienti in grado di impoverire lo strato oleoso del film lacrimale. Un impoverimento che si traduce in una progressiva secchezza oculare ed in fenomeni irritativi che, sul lungo periodo, si possono aggravare e/o cronicizzare.

Non a caso, dunque, la Sindrome dell’Occhio Secco sarebbe maggiormente diffusa tra i pazienti di sesso femminile.

Consigli utili per contrastare l’impoverimento del film lacrimale

Alla luce di quanto emerso nel corso del convegno “European TFOS Ambassador Meeting”, possiamo dare ai nostri lettori (in questo caso alle nostre lettrici) alcuni consigli preziosi:

  1. Acquistate sempre cosmetici di buona qualità. Soffermatevi a leggere l’INCI di ciascun prodotto. I prodotti particolarmente ricchi di siliconi, parabeni e petrolati andrebbero, in generale, evitati. Da prediligere invece i prodotti a base di prodotti naturali;
  2. Non tenete i cosmetici nella vostra trousse per troppo tempo. Anche se non sono terminati, controllateli periodicamente e non conservateli per oltre 12 mesi;
  3. Struccatevi sempre molto bene prima di coricarvi, anche se vi sentite davvero stanche;
  4. Se usate le lenti a contatto, non fatevi prendere dalla pigrizia, ma toglietele prima di coricarvi;
  5. Non prestate i vostri cosmetici (mascara, eye liner, ombretti, ma anche spugnette o pennellini per il trucco) ad altre persone.

Per saperne di più…

Per saperne di più o prenotare un appuntamento presso il Centro Italiano Occhio Secco, potete contattarci dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361 1970.

 

 

La Sindrome dell’Occhio Secco non è una condizione da accettare passivamente. Al contrario, è una patologia che va prima di tutto indagata ed accertata, e poi opportunamente trattata. Dovete sapere, prima di tutto, che la diagnosi non si effettua solamente con un colloquio e con l’osservazione esterna. Al contrario, esistono degli strumenti diagnostici capaci di individuarla con precisione. Ecco quali sono. 

Diagnosi della Sindrome dell’Occhio Secco. Gli strumenti

La diagnosi certa è il primo passo per cominciare a stare meglio

Il Centro Italiano Occhio Secco è dotato di una serie di apparecchiature per la diagnosi precisa della Sindrome dell’Occhio Secco. Ottenere la diagnosi non vuol dire avere la certezza che si è affetti da una patologia della quale sarà difficile liberarsi. Anzi, significa intraprendere un percorso di controllo e di cura della patologia. Insomma, si tratta del primo passo verso una qualità di vita decisamente migliore, dal momento che chi ne é affetto sa bene quanto i sintomi possano talvolta rivelarsi limitanti.

Ecco dunque gli strumenti per la diagnosi della Sindrome dell’Occhio Secco

Di seguito vi illustreremo gli strumenti ed i test per la diagnosi della Sindrome dell’Occhio Secco.

  1. Biomicroscopia digitalizzata: è un test che prevede l’osservazione delle strutture anteriori dell’occhio e della palpebra ed eventualmente si può effettuare la colorazione del film lacrimale, con l’obiettivo verificare lo stato di salute della cornea, delle palpebre e della congiuntiva.
  2. Meibografia: è un esame che consente di valutare lo stato di salute delle Ghiandole di Meibomio, alcune tra le ghiandole secretorie che garantiscono la giusta lubrificazione all’occhio. Il loro ruolo è quello di secernere la componente lipidica delle lacrime, quindi sono molto importanti nel processo di lubrificazione oculare oltre a limitare l’evaporazione della parte acquosa. Spesso, la Sindrome dell’Occhio Secco è causata da un’ostruzione di queste ghiandole.
  3. Interferometria del film lacrimale: l’interferometro è uno strumento non invasivo che permette di osservare la qualità delle lacrime, e quindi la loro composizione. Sarà possibile accertare la presenza o meno dello strato lipidico, la sua distribuzione e collocazione sulle strutture anteriori dell’occhio.
  4. Polaris CSO: anche questo esame per la diagnosi della Sindrome dell’Occhio Secco è fondamentale per valutare la qualità del film lacrimale, la sua composizione e la sua distribuzione a livello delle strutture oculari.
  5. Test di osmolarità: in questo caso, si analizza un campione del film lacrimale del paziente. L’obiettivo è accertare il livello di osmolarità, ovvero di tonicità del film lacrimale. Più questo è alto, più la Sindrome è avanzata.
  6. Test dell’infiammazione: è un test che si effettua prelevando un piccolo campione di lacrime dal bordo inferiore congiuntivale del paziente.
  7. Test di Schirmer: questo test prevede che si applichi una strisciolina di una speciale carta assorbente nella parte inferiore dell’occhio, a livello del bordo inferiore congiuntivale. Il paziente deve poi chiudere gli occhi. Il livello di idratazione dell’occhio determinerà il livello di imbibimento della carta.

 

E’ possibile prenotare un appuntamento presso il Centro Italiano Occhio Secco chiamando dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361 1970.

occhio secco estate - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Non c’è stagione in cui chi soffre di Occhio Secco non si trovi a soffrire i sintomi della patologia. E le cause abbondano: il cambio di stagione, le temperature eccessive (troppo alte o troppo basse), il vento, la qualità dell’aria, gli allergeni, la menopausa. Anche in estate. E allora vediamo 5 consigli utili per fronteggiare i sintomi della Sindrome dell’Occhio Secco in estate e per godersi la stagione più bella dell’anno senza pensieri. 

1 – Non esagerare con l’aria condizionata

Specie durante le settimane più afose dell’anno, il condizionatore può essere molto utile a farci soffrire meno il caldo e ad aiutarci a riposare meglio di notte. Tuttavia, se soffrite di Sindrome dell’Occhio Secco, vi consigliamo di non esagerare. L’aria emessa dal condizionatore è particolarmente secca e può peggiorare la sintomatologia. Il consiglio è quello di usarla con moderazione e di tenere sempre ben puliti i filtri del condizionatore. Lo stesso discorso vale anche per l’interno dell’abitacolo della vostra automobile.

2 – Indossare sempre gli occhiali da sole

Gli occhiali da sole sono un accessorio prezioso per difendere i nostri occhi dai raggi UV e dalle aggressioni esterne. Sono anche piacevoli da indossare, dal momento che il mercato della moda oggi ci consente di sceglierli nei modelli, nelle forme e nei materiali che più ci piacciono. Se soffrite di Sindrome dell’Occhio Secco, abbiate cura di indossare gli occhiali da sole con una certa costanza. Gli occhiali da sole si interpongono tra gli occhi e l’esterno, come se fossero uno schermo protettivo. Sono l’ideale, dunque, per controllare meglio i sintomi della Sindrome quando si è fuori casa.

3 – Consumare molta frutta e verdura

Frutta e verdura in estate abbondano. Fate in modo che abbondino anche sulla vostra tavola, e consumatene quanta più possibile specie nei mesi più caldi. Per la ricchezza di acqua e vitamine, la frutta e la verdura sono particolarmente consigliate a chi soffre di Sindrome dell’Occhio Secco. Un modo saporito e naturale per idratare e nutrire anche gli occhi in una stagione così delicata come l’estate.

4 – In viaggio, tenere sempre una mascherina in borsa

La Sindrome dell’Occhio Secco in estate può essere davvero fastidiosa. Quando si viaggia si è portati ad affrontare, nell’arco della stessa giornata, diversi cambiamenti in fatto di clima, temperatura, qualità dell’aria, altitudine. Gli occhi di chi soffre di Sindrome dell’Occhio Secco temono molto questi cambiamenti. E allora, perché non tenere sempre sottomano una mascherina? Tornerà utile in aereo o in treno, ma anche nelle camere d’albergo, spesso climatizzate e dotate di un’aria poco idonea per chi soffre di questa patologia.

5 – In viaggio, tenere sempre delle salviettine oftalmiche o un buon collirio in borsa

Anche le salviettine oftalmiche o un buon collirio idratante possono rivelarsi un’arma davvero utile in caso di difficoltà od aumento dei sintomi. Teneteli a portata di mano, nella vostra borsa mare. Vi saranno utili nei giorni ventosi e quando vola un po’ di sabbia, per esempio. Analogamente, se la vostra estate prevede una visita ad una grande città d’arte, la presenza di particelle inquinanti o di un clima semplicemente differente da quello al quale siete abituati, potrebbe innescare i sintomi tipici della patologia. Rinfrescare e lenire gli occhi con un prodotto mirato sarà allora cosa gradita.

occhio secco - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

La ricerca scientifica ha messo oggi a disposizione del medico oculista una serie di strumenti diagnostici precisi ed accurati in grado di guidarlo nella corretta diagnosi della Sindrome dell’Occhio Secco. Se fino a pochi anni fa la Sindrome veniva confusa con un disturbo passeggero (seppur molto fastidioso) o ampiamente sottovalutata, oggi invece è possibile giungere ad una diagnosi ben precisa. E con essa all’individuazione di un programma terapeutico mirato, su misura per ciascun paziente, che deve necessariamente essere tarata in funzione della gravità del problema.

Terapie per il trattamento della Sindrome dell’Occhio Secco

Lacrime artificiali: sono utili in quasi tutte le forme di occhio secco, ma soprattutto in quelle lievi.

Le lacrime artificiali sono dei colliri contenenti delle sostanze che in qualche modo “replicano” le caratteristiche delle lacrime naturali. Le più recenti lacrime artificiali che la scienza medica ha messo a punto sono ben tollerate perché contengono conservanti naturali e perché la loro azione umettante, lubrificante e detergente è buona. Le lacrime artificiali in dosaggio monodose, inoltre, non contengono affatto conservanti.

Attenzione a: non lasciatevi prendere troppo dall’iniziativa personale: anche nel caso delle lacrime artificiali, è fondamentale rivolgersi all’oculista, che saprà indicare la tipologia e la posologia corretta per la propria situazione personale. Esagerare la quantità di somministrazioni oppure acquistare un farmaco non adatto alla propria situazione personale può esporre al rischio di effetti avversi come cheratiti o congiuntiviti.

Sostituti lacrimali biologici: da riservare a forme di occhio secco più serie

I sostituti lacrimali biologici differiscono dalle lacrime artificiali perché si basano sull’uso di un siero autologo, ovvero del quale il paziente stesso è “donatore”. Questo tipo di trattamento consente di mantenere inalterata la morfologia dell’epitelio corneale ed ha un evidente effetto anti infiammatorio.

Terapie anti-infiammatorie: utili soprattutto nelle forme medio-gravi

Tra le terapie anti infiammatorie mirate troviamo l’uso di farmaci specifici, come i corticosteroidi. le tetracicline e la ciclosporina in collirio. Questi farmaci appartengono alla classe degli immunomodulatori, ma non rappresentano l’unica opzione di trattamento. Tra le terapie ad oggi in uso, citiamo anche i farmaci secretogoghi, il cui obiettivo è stimolare la produzione lacrimale, e la terapia su base ormonale.

Occlusione dei puntini lacrimali: valido per le forme medio-gravi

“Tappare” i puntini lacrimali consente di limitare il drenaggio delle poche lacrime disponibili. I “tappi” che si applicano sono realizzati in un materiale plastico riassorbibile e ben tollerato. In questo modo si potrà anche verificare se questo genere di trattamento si rivela benefico per il paziente, che potrà, in seconda battuta, ricorrere ad un vero e proprio intervento chirurgico per chiudere i puntini lacrimali in modo definitivo.

Probing: è un trattamento valido soprattutto quando le ghiandole sono ostruite (cosa piuttosto frequente)

E’ un trattamento che consiste nella pulizia delle ghiandole di Meibomio con un’apposita cannula. Si esegue previa anestesia topica, in regime ambulatoriale.

Trattamento a pulsazione termica: molto efficace nelle forme recalcitranti

Quando la Sindrome dell’Occhio Secco è causata da una meibomite (ovvero una disfunzione delle ghiandole di Meibomio), si può anche ricorrere ad uno strumento a pulsazione termica. Si tratta di un trattamento che risolve i sintomi ma frequentemente anche la patologia stessa per lunghi periodi. Il trattamento si basa sul trasferimento di calore volto ad aprire e ripulire i dotti ostruiti delle ghiandole di Meibomio, consentendo la fuoriuscita del materiale lipidico “intrappolato” e la ripresa del normale funzionamento delle ghiandole stesse. Questo trattamento unisce al trattamento termico anche una stimolazione meccanica.

Luce Pulsata

Un altro trattamento per la meibomite si basa sull’uso della luce pulsata. Anche in questo caso, il trattamento si basa sul trasferimento di calore, che aiuta ad ammorbidire e sbloccare i dotti delle ghiandole di Meibomio ostruite.

Come vedi le opzioni per il trattamento della Sindrome dell’Occhio Secco non mancano. Ti ricordiamo, tuttavia, che la scelta del trattamento migliore per la tua situazione va fatta assieme al medico oculista al termine di una visita accurata del tuo stato di salute oculare e di un colloquio approfondito. Di seguito i nostri contatti: 

CIOS – Centro Italiano Occhio Secco

Piazza della Repubblica, 21 – MILANO

Tel. 02 63611970

Occhio Secco e alimentazione - Centro Italiano Occhio Secco

La Dry Eye Syndrome, chiamata anche Tear Disfunction Syndrome è una patologia oculare vera e propria che colpisce, in Italia, il 25% della popolazione, in particolar modo le donne dopo i 45 anni e quelle in menopausa. Una patologia che oggi colpisce sempre più spesso anche gli uomini ed i pazienti in età pediatrica, complice uno stile di vita sempre più legato all’uso dei device elettronici ed una qualità dell’aria non sempre ottimale. La domanda sorge dunque spontanea: come ci si può difendere dalla Sindrome Dell’Occhio Secco, o per lo meno tenerne a bada i sintomi? Esiste qualche rimedio utile? E’ possibile combatterla con l’alimentazione? In questo senso, l’alimentazione non è certamente risolutiva, ma può essere di grande aiuto. Vediamo dunque 5 consigli utili per tenere a bada i sintomi della Sindrome Dell’Occhio Secco curando la propria alimentazione. D’altronde, non dimentichiamo che la salute inizia dalla tavola.

1 – Bere tanta acqua

Sembrerà forse un consiglio banale, ma repetita iuvant, come amavano dire i latini. Il nostro corpo è fatto per il 90% di acqua, dunque bere molto porterà giovamento all’intero organismo. E non solo. Anche i tessuti oculari sono costituiti in gran parte da liquidi. Chi, a maggior ragione, soffre di Sindrome Dell’Occhio Secco, dovrebbe bere molto per aiutare l’occhio a mantenersi ben idratato e ben lubrificato, così da contrastare tanto l’ipolacrimia (ovvero la ridotta produzione di lacrime), quanto la dislacrimia (l’eccessiva evaporazione lacrimale).

2 – Consumare molti Omega3

Gli Omega3 sono dei grassi polinsaturi fondamentali per preservare il buon funzionamento delle ghiandole di Meibomio, le ghiandole esecretorie del liquido lacrimale. Un buon apporto di Omega3 non solo favorisce il buon funzioamento delle suddette ghiandole, ma influisce anche sulla qualità del liquido lacrimale, incrementando la componente lipidica. Largo quindi al pesce azzurro, che contiene un ottimo apporto di Omega3.

3 – Largo alla vitamina A

Un altro “ingrediente” prezioso per la salute oculare e che può aiutare a contrastare i sintomi tipici della Sindrome dell’Occhio Secco è la vitamina A. La vitamina A esercita un’ottima azione protettiva verso tutte le strutture oculari. Essa è importante perché mantiene i tessuti ben ossigenati e dunque sempre giovani e ben funzionanti, oltre ad esercitare una vera e propria azione protettiva nei confronti delle aggressioni provenienti dall’esterno.

4 – Carotenoidi, gli alleati indispensabili

Vi sono poi due carotenoidi davvero preziosi per la salute oculare, la luteina e la zeaxantina. Si tratta di ingredienti capaci di svolgere il ruolo di “occhiali da sole naturali”, proteggendo gli occhi dall’aggressione dei raggi solari UV, ovvero quelli dannosi per le strutture oculari. Non dimentichiamo che l’esposizione al sole senza un’adeguata protezione può non solo danneggiare gli occhi, ma anche favorire l’insorgenza o peggiorare i sintomi della Dry Eye Syndrome. Il termine carotenoidi vi farà pensare che luteina e zeaxantina siano particolarmente presenti nelle carote, ma è bene sapere che essi sono largamente presenti nelle verdure a foglia, nei piselli, nei porri, negli spinaci e nei piselli. E verde sia!

5 – Bere caffè!

Questo consiglio probabilmente vi lascerà un pò spiazzati, eppure lo dice la scienza. Si sapeva già da tempo che il caffé stimola la produzione di diverse secrezioni come la saliva ed i succhi gastrici, ma la scienza non aveva ancora provato la correlazione tra la caffeina ed il liquido lacrimale. Uno studio del 2012 pubblicato su Ophtalmology, ha invece confermato che l’assunzione di caffeina stimola la produzione di liquido lacrimale. (Fonte: AAO.org. ) Attenzione però a non abusare della caffeina: il suo effetto vasocostrittore potrebbe ripercuotersi negativamente sulla salute oculare, affaticando il nervo ottico e talvolta predisponendo all’insorgenza di altre patologie, come per esempio il glaucoma.