Come scoprire se l’occhio è secco

Per scoprire se una persona soffre di occhio secco, la scienza ha a disposizione oggi apparecchiature di diagnosi sofisticate, molto funzionali e in grado di dare numerose indicazioni cliniche all’oculista. Purtroppo chi lamenta questo disturbo non va al di là di una visita generica, spesso neppure oculistica, con conseguenze irreversibili della patologia.

Un centro attrezzato e d’eccellenza invece, come il CIOS – Centro Italiano Occhio Secco, dispone di apparecchiature molto efficaci, di una diagnostica d’avanguardia e, soprattutto, di un approccio alla cura del paziente unico.

Strumenti ed esami con cui diagnosticare la sindrome dell’occhio secco

  • Biomicroscopia digitalizzata

    La biomicroscopia digitalizzata con lampada a fessura è uno degli esami fondamentali per diagnosticare la sindrome dell’occhio secco. Dotata di un sistema ottico molto luminoso ed efficiente, consente di studiare la superficie anteriore oculare e il film lacrimale nelle condizioni più naturali possibili senza alterazioni indotte dalla temperatura.

    L’esecuzione dei test di colorazione del film lacrimale e delle cellule congiuntivali e corneali permette di apprezzare tutte le sfumature di colore delle palpebre, della congiuntiva e della cornea oltre a tutte le eventuali anomalie del film lacrimale e delle sue ghiandole.

  • Meibografia

    La Meibografia consente lo studio delle ghiandole di Meibomio che hanno la funzione di produrre la parte oleosa della lacrima. Questa componente lipidica è la più importante del  film lacrimale; infatti ad ogni ammiccamento una microscopica gocciolina oleosa fuoriesce da ciascun dotto ghiandolare e forma una sottilissima pellicola che impedisce l’evaporazione della parte acquosa del film lacrimale. Se queste ghiandole non funzionano bene avremo un occhio secco da marcata evaporazione lacrimale, chiamato anche dislacrimia.

    Lo strumento consente di valutare lo stato delle ghiandole e dei loro dotti e anche la percentuale di perdita delle ghiandole di Meibomio. Il paziente si pone davanti al topografo e cerca di tenere l’occhio più aperto possibile. Lo strumento registra in modo automatico come si dispone il film lacrimale e ne percepisce per milioni di punti sulla superficie oculare il tempo di evaporazione.

  • Interferometria del film lacrimale

    L’interferometria è un’importante tecnica diagnostica per indagare soprattutto il film lacrimale, la sua quantità, composizione e distribuzione e la qualità e la quantità delle lacrime. Questa tecnologia consente inoltre di valutare e studiare lo strato lipidico del film lacrimale e la  sua formazione e distribuzione nell’occhio, fornendo  immagini estremamente dettagliate della lacrima. La procedura non è invasiva, e dura meno di cinque minuti. Prima di effettuare l’esame con interferometro si consiglia ai pazienti di rimuovere le lenti a contatto almeno 48 ore prima, di non  usare cosmetici a base oleosa intorno all’occhio e di non sfregare gli occhi prima dell’esame.

  • Polaris CSO

    È uno strumento che permette un’analisi dettagliata della qualità e la quantità del film lipidico, della stabilità e regolarità del film lacrimale e della regolarità della superficie della cornea.

    Tutti questi esami sono eseguiti con metodi non invasivi, cioè senza l’utilizzo di alcun colorante disciolto nel film lacrimale.

  • Test di osmolarità

    Il sistema utilizza un piccolo campione di film lacrimale per valutare  la concentrazione di elettroliti fornendo una lettura dell’osmolarità, cioè della tonicità. I pazienti con elevati livelli di osmolarità hanno verosimilmente una  sindrome dell’occhio secco già avanzata.

  • Test dell’infiammazione

    Si tratta di un test, molto simile ai test di gravidanza, che esamina un piccolo campione di lacrime del paziente prelevato dal fornice inferiore congiuntivale abbassando delicatamente la palpebra inferiore.

  • Test di Schirmer

    È eseguito per determinare la quantità di lacrime che bagnano l’occhio e quindi per valutare se l’occhio è secco; si esegue posizionando a livello del fornice congiuntivale una striscia di carta bibula pre-calibrata e si chiede al paziente di chiudere gli occhi. La lacrima impregna la striscia e vi risale; la lettura del livello raggiunto dalla lacrima determina in millimetri la quantità di lacrima prodotta dal paziente.