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sindrome dell'occhio secco e menopausa - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Tra le cause più note e frequenti della Sindrome dell’Occhio Secco femminile figura, com’è noto, la menopausa. In realtà, quel delicato periodo della vita della donna che solitamente si definisce con il nome di “menopausa” andrebbe indicato con il nome più corretto di climaterio. Un lasso temporale ben più lungo che, oltre alla menopausa vera e propria, include la premenopausa e la postmenopausa. Ebbene, gli oculisti dell’Associazione Italiana Medici Oculisti avvertono: attenzione a non focalizzarsi sul solo periodo della menopausa come momento di rischio per lo sviluppo della Sindrome dell’Occhio Secco. Vediamo assieme le implicazioni sul fronte pratico di questo ammonimento. 

Ormoni e salute oculare: quale legame?

L’andamento dei parametri ormonali di ciascuno di noi può esercitare un’influenza diretta sulla nostra salute oculare. A risentirne è, in primis, proprio il film lacrimale, ma non solo. Anche la capacità accomodativa del cristallino può risentire di un’alterazione dei livelli ormonali: non a caso può capitare che durante una gravidanza la donna abbia la sensazione di avere qualche difficoltà visiva. Specialmente alle distanze ravvicinate.

Occhio secco e menopausa, ma non solo!

Per quanto riguarda il genere femminile, è fondamentale prendere in considerazione il fatto che lo sviluppo ormonale, oggi, avviene qualche anno prima di quanto avvenisse nelle generazioni passate. Già intorno ai 45-48 anni la donna comincia a sperimentare tutte le conseguenze tipiche dell’abbassamento dei livelli ormonali, nello specifico dell’ipoestrogenismo: una gamma di disturbi di diversa entità che possono coinvolgere tipicamente anche l’apparato visivo.

Eppure, dati alla mano, occorre segnalare che i disturbi oculari non si manifestano in modo conclamato solamente durante la menopausa. Il 45% delle donne riferisce di sperimentare i tipici disturbi oculari della menopausa già durante la pre-menopausa.

Tra questi disturbi citiamo:

  • arrossamento oculare
  • offuscamento visivo transitorio
  • difficoltà nella messa a fuoco
  • sensazione di secchezza oculare
  • scarsa tolleranza delle lenti a contatto

Attenzione alla cronicizzazione dei sintomi in pre menopausa

I sintomi sopracitati, laddove divengano cronici e ricorrenti, sono tutti riferibili alla Sindrome dell’Occhio Secco. In questo contesto, è importante che questi non siano interpretati come fenomeni isolati, né trattati in modo sporadico e occasionale attraverso l’assunzione di palliativi o farmaci da banco.

Prendere coscienza di essere in presenza di un disturbo oculare globale e di più ampio respiro anche laddove non si sia ancora in piena menopausa è il primo passo per evitare la cronicizzazione di questi disturbi.

Disturbi che, laddove diventino cronici, sono più difficili da esacerbare, e finiscono per riproporsi con insistenza sino alla post menopausa. Il 60% delle donne in post menopausa infatti riferisce i sintomi tipici di questo stato di discomfort oculare che a sua volta tende a sfociare nella Sindrome dell’Occhio Secco.

Cosa fare in presenza di sintomi da discomfort oculare ancor prima di entrare in menopausa

Il consiglio è quello di prenotare una visita oculistica approfondita al fine di definire lo stato di salute oculare della paziente collocandolo nel quadro del suo stato di salute generale. In questo senso può essere d’aiuto interpellare non solo l’oculista, ma anche il ginecologo ed eventualmente l’endocrinologo.

E gli uomini?

Come detto in apertura, le oscillazioni ormonali influenzano sovente la salute visiva. In questo articolo ci siamo focalizzati sui disturbi che investono e coinvolgono il genere femminile con riferimento al periodo del climaterio. Un lettore attento si starà dunque domandando se anche gli uomini possano sperimentare i disturbi da discomfort oculare legati alle oscillazioni ormonali. La risposta è affermativa anche se, statistiche alla mano, la Sindrome dell’Occhio Secco su base ormonale interessa maggiormente le donne. Le ragioni sono diverse:

  • alcune patologie autoimmuni (come la Sindrome di Sjogren) note per essere fattori di rischio della Sindrome dell’Occhio Secco sono più diffuse nel genere femminile;
  • gli sbalzi ormonali che interessano il genere femminile (gravidanze, ciclo mestruale, climaterio) sono più marcati rispetto a quelli che invece riguardano il genere maschile.

Ciò non significa che il genere maschile sia esente dallo sviluppare la Sindrome dell’Occhio Secco, che anzi negli ultimi anni tende a colpire ampie porzioni di popolazione in modo trasversale. Inclusi pazienti in età pediatrica. In quei casi naturalmente i fattori di rischio da prendere in esame saranno differenti da quelli discussi in questo breve articolo.

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Non sei in menopausa ma stai sperimentando qualche disturbo oculare mai provato prima? Chiamaci dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 63611970 o scrivici a info@centroitalianoocchiosecco.it. Saremo lieti di prenderci cura della tua salute oculare.

occhio secco bambini - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

La Sindrome dell’Occhio Secco è una vera e propria patologia oculare i cui sintomi non vanno confusi con una transitoria sensazione di secchezza oculare. Anche se solitamente la sindrome colpisce prevalentemente le donne tra i 40 ed i 60 anni, sono sempre di più i pazienti in età pediatrica che ne soffrono. Facciamo un po’ di chiarezza su cause e i sintomi della Sindrome Dell’Occhio Secco nei bambini.

Cos’è la Sindrome dell’Occhio Secco?

La Sindrome dell’Occhio Secco è una patologia oculare le cui cause possono essere differenti: una patologia sistemica o autoimmune, un’altra patologia oculare (come per esempio una blefarite), una carenza di vitamina A, ma anche l’assunzione in dosi particolarmente importanti di alcune tipologie di farmaci. Oltre a questi sintomi, vi sono anche delle abitudini che possono in qualche modo predisporre all’insorgenza della Sindrome, come il fumo di sigaretta, l’uso prolungato dei dispositivi elettronici, oppure anche il fatto di vivere in zone particolarmente inquinate.

Leggi anche: Sindrome dell’Occhio Secco e inquinamento

Come si manifesta?

La  Sindrome dell’Occhio Secco si caratterizza per un insieme di sintomi che danno la generale sensazione di avere qualcosa nell’occhio e che inducono a toccarsi e strofinarsi frequentemente. Bruciore, fotofobia, arrossamento, sensazione di avere un sassolino o della sabbiolina nell’occhio, annebbiamento visivo possono diventare sintomi davvero fastidiosi e talvolta insopportabili.

Come si manifesta la Sindrome dell’Occhio Secco nei bambini?

Se la Sindrome dell’Occhio Secco è così fastidiosa per una persona adulta, possiamo immaginare quanto di più lo possa essere per un bambino. I sintomi che il bambino affetto da Sindrome dell’Occhio Secco sperimenta, sono gli stessi di quelli di un adulto. In generale, per aiutare il piccolo, è importante che il genitore intervenga e contatti l’oculista non appena si rende conto del suo stato di disagio. Per un bambino, infatti, non sempre è facile capire che strofinarsi gli occhi non fa che peggiorare i sintomi, specie se le sue manine non sono ben pulite, come può accadere durante un momento di gioco all’aperto, per esempio.

Come si cura la Sindrome dell’Occhio Secco nei bambini?

Come detto, è fondamentale che il bambino venga condotto quanto prima dall’oculista, il quale si occuperà di effettuare una visita completa ed accurata e di prescrivere, se necessario, la terapia opportuna. La prima cosa da fare è seguire alla lettera le indicazioni terapeutiche dello specialista.

Dopodiché, è bene sapere che anche la mamma può aiutare il piccolo a sopportare meglio i sintomi della patologia, con alcuni accorgimenti utili:

  • far bere molto il piccolo, anche fuori dai pasti;
  • integrare la dieta del bambino con alimenti ricchi di vitamina A, come spinaci, cavolfiore, peperoni rossi, zucca, radicchio;
  • limitare il tempo concesso al bambino davanti ai dispositivi elettronici come televisori, videogiochi, tablet;
  • far indossare al bambino degli occhiali da sole e un cappellino durante il tempo trascorso all’aperto, così da proteggerlo da smog, sabbia o allergeni che possono peggiorare i sintomi.

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