sindrome dell'occhio secco curiosità - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

La Sindrome dell’Occhio Secco è spesso sottovalutata e confusa con un disturbo transitorio di secchezza oculare. In realtà è una vera e propria patologia, che nasconde insidie e fastidi che vanno ben oltre la semplice sensazione di mancata idratazione oculare. Approfittiamo di questa considerazione per conoscere qualche curiosità sul tema e sfatare qualche falso mito, a beneficio di chi soffra di secchezza oculare ma non abbia mai avuto modo di approfondire l’argomento. 

3 falsi miti sulla Sindrome dell’Occhio Secco

1 – La Sindrome dell’Occhio Secco non sempre causa secchezza oculare

Cominciamo subito con una curiosità che forse vi lascerà un po’ basiti. Nonostante si chiami Sindrome dell’Occhio Secco, la patologia non porta sempre con sé una marcata secchezza oculare. Anzi. Chi ne soffre potrebbe sperimentare una certa iperlacrimazione. Ma com’è possibile? Accade perché le lacrime, impoverite della loro parte lipidica, si ritrovano ad essere marcatamente acquose. E non riescono ad esercitare la naturale funzione di lubrificazione, andando di fatto disperse al di fuori dell’occhio.

La diagnostica ci viene in aiuto per confermare la presenza della patologia

Nel caso di un sintomo insolito o che non comprendiamo, rivolgiamoci ad un oculista specialista. Per valutare la qualità delle lacrime ed il livello di secchezza oculare vi sono oggi diversi test diagnostici particolarmente validi. Tra questi, menzioniamo il test di Schirmer e la biomicroscopia digitalizzata.

Il falso mito: pensare che tutte le persone affette da Sindrome dell’Occhio Secco producano meno lacrime di chi non lo è.

2 – La terapia per la Sindrome dell’Occhio Secco non è una soltanto

La Sindrome dell’Occhio Secco è una patologia multifattoriale. Questo significa che le cause della Sindrome dell’Occhio Secco possono essere più d’una. Talvolta pesa maggiormente il fattore ormonale, altre volte quello ambientale, altre volte ancora l’assunzione di farmaci o una patologia autoimmune preesistente… tIl mix di fattori ed il loro peso è differente da individuo a individuo. Pertanto non è possibile trattare la patologia sempre allo stesso modo.

Anche in questo caso, la diagnostica è fondamentale per comprendere la causa della patologia

Alcuni test diagnostici sono molto utili per individuare o escludere una o l’altra causa della Sindrome dell’Occhio Secco. La meibografia, ovvero l’esame che si occupa di valutare lo stato di salute delle ghiandole di Meibomio, è uno di questi. Naturalmente, è compito dello specialista eseguirli ed interpretarli correttamente, nel contesto di una visita oculistica specialistica per la Sindrome dell’Occhio Secco.

Il falso mito: pensare che la cura d’elezione della Sindrome dell’Occhio Secco sia data dalle lacrime artificiali e dai colliri reidratanti. Al contrario, ad ogni possibile causa corrisponderà un percorso terapeutico differente e personalizzato.

3 – La Sindrome dell’Occhio Secco può manifestarsi ad ogni età

Questa curiosità sulla Sindrome dell’Occhio Secco è molto interessante, ed è importante che anche i genitori ne vengano a conoscenza. Negli ultimi anni si sono verificati diversi casi di Sindrome dell’Occhio Secco anche in età pediatrica ed evolutiva. La forte dipendenza da schermi elettronici, la qualità dell’aria, una dieta poco varia e ricca di frutta e verdura, e le allergie preesistenti possono innescare la sindrome anche in giovane età.

Aiutare il bambino a ritrovare il suo benessere oculare è fondamentale

Per crescere al meglio sia nella famiglia, che nell’apprendimento scolastico, così come nell’ambito della socializzazione, i bambini hanno bisogno di stare bene. Per aiutare il bambino a ritrovare il suo benessere globale e a coltivare la giusta dose di sicurezza in se stesso e di autostima, la famiglia è fondamentale. Così come lo sono il pediatra e gli specialisti. Ed è proprio la giusta sinergia tra famiglia e specialisti nella diagnosi e cura della Sindrome dell’Occhio Secco la chiave di volta per trattare con successo il disturbo anche nei più piccoli.

Il falso mito: pensare che l’Occhio Secco colpisca solo gli adulti.

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Chiamaci: siamo a tua disposizione da lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361 1970 o scrivici a info@centroitalianoocchiosecco.it.

 

occhio secco luce blu - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia da Coronavirus ha portato con sé una serie di cambiamenti a livello di stili di vita e di abitudini quotidiane. La maggior parte degli studenti e dei lavoratori ha dovuto fare i conti con un incremento del numero di ore trascorse a video. E spesso a farne le spese sono stati proprio gli occhi. In particolare, nelle persone con Sindrome dell’Occhio Secco, l’aumento delle ore trascorse di fronte ai device elettronici si è rivelato molto insidioso. Non si dimentichi che la Sindrome non conosce età: anche i più piccoli o giovani si sono spesso trovati a fare i conti con una sintomatologia esacerbata dalle nuove abitudini di studio. Se già prima del lockdown i bambini trascorrevano troppo tempo a video, con l’avvento delle modalità didattiche a distanza il monte ore si è dilatato a dismisura. E molti adulti non sono stati da meno. Quanti di noi al termine di una lunga giornata di smartworking, si sono svagati sui social ed infine hanno guardato un programma in tv? O ancora, prima di dormire, hanno letto qualcosa su un comodo e-reader? Eppure, la luce blu non è la migliore amica dei nostri occhi. Quali sono dunque gli effetti della luce blu sulla Sindrome dell’Occhio Secco? E come cercare di porvi rimedio?

Cos’è la luce blu

Lo spettro luminoso si compone di un insieme di frequenze e di radiazioni differenti. Tutte assieme danno origine alla luce. In generale, possiamo distinguere tra radiazioni infrarosse e radiazioni ultraviolette. Queste ultime hanno un’ampia lunghezza d’onda e sono fredde, motivo per il quale riescono a penetrare in profondità nei nostri occhi (sino alla macula) e non innescano il riflesso automatico che porta al restringimento della pupilla. Le radiazioni ultraviolette, delle quali la luce blu fa parte, sono dunque presenti in natura. Ma non solo: anche le lampadine a led, a basso consumo e tutti i device elettronici emettono luce blu.

Perché la luce blu può causare o peggiorare i sintomi della Sindrome dell’Occhio Secco

Trascorrere lungo tempo di fronte agli schermi digitali porta ad una maggiore evaporazione del film lacrimale e ad una riduzione della frequenza di ammiccamento spontaneo. La minor frequenza di ammiccamento, in particolare, compromette la buona lubrificazione oculare. Di conseguenza, si tende a sperimentare una sensazione di affaticamento, ma spesso anche di bruciore, sensazione di corpo estraneo, arrossamento e talvolta anche dolore. A questi sintomi si possono aggiungere nausea, dolore cervicale, mal di testa, vertigini. Uno status che può peggiorare la sintomatologia di un paziente affetto da Sindrome dell’Occhio Secco o che, cronicizzandosi, può innescare la patologia ove non presente.

Una curiosità: alcune ricerche scientifiche hanno anche messo in correlazione il tempo eccessivo trascorso a video con un incremento della miopia in età evolutiva. Se a questa aggiungiamo una marcata secchezza oculare che può sfociare nella Sindrome dell’Occhio Secco, ed altre patologie oculari tipicamente pediatriche (ambliopia, strabismo), è evidente che è responsabilità dei genitori occuparsi attentamente della salute degli occhi dei piccoli di casa.

Come limitare i danni causati dall’eccessivo tempo trascorso a video

Si consiglia di fare pause frequenti, alzandosi dalla propria postazione ogni venti minuti circa, e di volgere lo sguardo alla finestra. Guardare lontano ha un effetto riposante sull’occhio e lo riporta ad un tipo di visione differente sia per quanto riguarda le distanze, sia per ciò che concerne il tipo di luce e di colori. Ancora, è sconsigliabile usare in modo prolungato le lenti a contatto in occasione di sessioni di lavoro o di studio a video. I portatori di lenti a contatto potranno riservarne l’uso per le occasioni di svago e per il fine settimana, prediligendo invece gli occhiali da vista durante lo smart working o la didattica a distanza. Ancora, conviene tenere sempre sottomano un buon lubrificante oculare e qualche salviettina igienizzante per uso oftalmico. Non si dimentichi poi di bere molto, perché la lubrificazione oculare dipende anche dalla quantità di acqua che ingeriamo nel corso della giornata. Infine, si consiglia di consultare sempre il proprio oculista, e di prenotare una visita specialistica per l’Occhio Secco laddove si sperimenti una sintomatologia oculare irritativa persistente.

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Se trascorri molte ore a video e talvolta sperimenti i sintomi sopra descritti, non dimenticare di chiedere il parere di uno specialista. Il Centro Italiano Occhio Secco è a tua disposizione dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361 1970.

occhio secco bambini - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

La Sindrome dell’Occhio Secco è una vera e propria patologia oculare i cui sintomi non vanno confusi con una transitoria sensazione di secchezza oculare. Anche se solitamente la sindrome colpisce prevalentemente le donne tra i 40 ed i 60 anni, sono sempre di più i pazienti in età pediatrica che ne soffrono. Facciamo un po’ di chiarezza su cause e i sintomi della Sindrome Dell’Occhio Secco nei bambini.

Cos’è la Sindrome dell’Occhio Secco?

La Sindrome dell’Occhio Secco è una patologia oculare le cui cause possono essere differenti: una patologia sistemica o autoimmune, un’altra patologia oculare (come per esempio una blefarite), una carenza di vitamina A, ma anche l’assunzione in dosi particolarmente importanti di alcune tipologie di farmaci. Oltre a questi sintomi, vi sono anche delle abitudini che possono in qualche modo predisporre all’insorgenza della Sindrome, come il fumo di sigaretta, l’uso prolungato dei dispositivi elettronici, oppure anche il fatto di vivere in zone particolarmente inquinate.

Leggi anche: Sindrome dell’Occhio Secco e inquinamento

Come si manifesta?

La  Sindrome dell’Occhio Secco si caratterizza per un insieme di sintomi che danno la generale sensazione di avere qualcosa nell’occhio e che inducono a toccarsi e strofinarsi frequentemente. Bruciore, fotofobia, arrossamento, sensazione di avere un sassolino o della sabbiolina nell’occhio, annebbiamento visivo possono diventare sintomi davvero fastidiosi e talvolta insopportabili.

Come si manifesta la Sindrome dell’Occhio Secco nei bambini?

Se la Sindrome dell’Occhio Secco è così fastidiosa per una persona adulta, possiamo immaginare quanto di più lo possa essere per un bambino. I sintomi che il bambino affetto da Sindrome dell’Occhio Secco sperimenta, sono gli stessi di quelli di un adulto. In generale, per aiutare il piccolo, è importante che il genitore intervenga e contatti l’oculista non appena si rende conto del suo stato di disagio. Per un bambino, infatti, non sempre è facile capire che strofinarsi gli occhi non fa che peggiorare i sintomi, specie se le sue manine non sono ben pulite, come può accadere durante un momento di gioco all’aperto, per esempio.

Come si cura la Sindrome dell’Occhio Secco nei bambini?

Come detto, è fondamentale che il bambino venga condotto quanto prima dall’oculista, il quale si occuperà di effettuare una visita completa ed accurata e di prescrivere, se necessario, la terapia opportuna. La prima cosa da fare è seguire alla lettera le indicazioni terapeutiche dello specialista.

Dopodiché, è bene sapere che anche la mamma può aiutare il piccolo a sopportare meglio i sintomi della patologia, con alcuni accorgimenti utili:

  • far bere molto il piccolo, anche fuori dai pasti;
  • integrare la dieta del bambino con alimenti ricchi di vitamina A, come spinaci, cavolfiore, peperoni rossi, zucca, radicchio;
  • limitare il tempo concesso al bambino davanti ai dispositivi elettronici come televisori, videogiochi, tablet;
  • far indossare al bambino degli occhiali da sole e un cappellino durante il tempo trascorso all’aperto, così da proteggerlo da smog, sabbia o allergeni che possono peggiorare i sintomi.

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La Sindrome dell’Occhio Secco è una patologia che colpisce prevalentemente le donne dai 40 anni in su, ma non solo. Sono tanti i fattori che vedono coinvolte molte persone anche di sesso maschile o appartenenti ad altre fasce d’età, inclusi i bambini. Tra i maggiori “imputati” troviamo i device elettronici, dei quali spesso si abusa, ma anche l’inquinamento atmosferico. Si stima che ad oggi vi siano 350 milioni di persone che soffrono di dry eye in tutto il mondo. Un numero da capogiro, al quale fa da riscontro un mercato sempre più in espansione. 

La Sindrome dell’Occhio Secco è una patologia che per lungo tempo è stata sottovalutata sia in ambito medico che in ambito farmaceutico. Oggi, tuttavia, la portata globale del fenomeno, non più circoscritto e legato solamente alla menopausa femminile ma, come già detto, esteso anche a diverse categorie sia per ciò che concerne l’età sia per quanto riguarda il genere, ha spinto gli specialisti, i ricercatori e l’industria farmaceutica a interessarsi al problema in modo sempre più scientifico e sistematico.

Sindrome dell’Occhio Secco: ad ognuno “la sua”

Va detto, tuttavia, che non esiste “una sola” Sindrome dell’Occhio Secco: le cause ed i sintomi possono variare da persona a persona, così come la gravità e la tipologia di alterazione del film lacrimale. Ecco perché è fondamentale rivolgersi ad uno specialista che sia in grado di indicare una terapia mirata.

A proposito di terapie, e poiché la Sindrome dell’Occhio Secco è in continua espansione nella popolazione di tutto il mondo, si stima che per il 2020 il giro d’affari del mercato che si occupa delle terapie per il trattamento della patologia toccherà quote vertiginose.

E’ sempre meglio evitare il “fai da te”

Il motivo è presto detto: per trattare la sindrome dell’Occhio Secco non è sufficiente acquistare un qualunque collirio da banco, al contrario è fondamentale seguire le indicazioni dell’oculista, che avrà cura di valutare lo stato generale della salute oculare del paziente, le cause ed il tipo di dislacrimia, indicando la terapia idonea per ogni caso specifico.

Dunque, se è vero che il mercato per il trattamento del dry eye è in espansione, è anche vero che il fai da te è sempre da evitare, pena la possibilità di andare incontro anche a spiacevoli irritazioni, cheratiti o congiuntiviti dovute all’uso di prodotti non consoni alla propria situazione specifica o ancora all’abuso di prodotti in maniera non coerente con la posologia alla quale è bene attenersi.

Sindrome dell'occhio secco nei bambini

Un recente studio conferma che l’utilizzo prolungato di smartphone o tablet può causare l’insorgenza della sindrome dell’occhio secco nei bambini.

La sindrome dell’occhio secco è un disturbo oculare piuttosto frequente, che può comportare arrossamento, prurito, bruciore o sensazione di corpo estraneo nell’occhio di chi ne è affetto. La secchezza oculare è dovuta ad una insufficiente produzione di liquido lacrimale o ad una eccessiva evaporazione di esso, e può avere origini congenite, involutive (cioè legate all’invecchiamento) oppure acquisite: l’uso troppo frequente di lenti a contatto o un ambiente poco umido o polveroso sono i classici fattori scatenanti di questa patologia spesso sottovalutata, ma che può comportare problemi molto seri e arrivare, a volte, a compromettere la possibilità di una vita normale.

Fra le cause acquisite dell’occhio secco, l’utilizzo troppo assiduo di smartphone, tablet e computer sta assumendo negli ultimi anni un ruolo sempre più importante, soprattutto fra i bambini. Lo conferma uno studio effettuato dal College of Medicine del Chung Ang University Hospital di Seul e pubblicato su Bmc Ophtalmology.

Fra i bambini presi in esame, l’8,3% di quelli che vivono in città ed utilizzano assiduamente strumenti come lo smartphone hanno presentato i sintomi della sindrome dell’occhio secco. Gli stessi sintomi sono stati riscontrati nel 2,8% dei bambini che vivono in zone più rurali. I bambini che non hanno manifestato alcun tipo di disturbo sono stati quelli che passavano molto più tempo impegnati in attività all’aria aperta anziché davanti al cellulare.

L’utilizzo prolungato di smartphone, tablet, computer o TV può causare l’insorgenza della sindrome dell’occhio secco in quanto durante queste attività i nostri occhi, e quelli dei più piccoli, tendono a sbattere le palpebre molto meno frequentemente del normale, generando un’eccessiva evaporazione ed una ridotta produzione del liquido lacrimale. L’occhio, inoltre, tende a stancarsi a causa del continuo sforzo accomodativo a cui viene sottoposto, dovuto alla distanza troppo ravvicinata a cui vengono tenuti questi device.

La soluzione per i più piccoli c’è ed è molto semplice: limitare l’uso di questi strumenti ad un massimo di mezz’ora al giorno e preferire ad essi attività ricreative alternative e più stimolanti, possibilmente all’aperto.

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Se soffrite di secchezza oculare o desiderate maggiori informazioni,  contattate il Centro Italiano Occhio Secco, la prima struttura in Italia completamente dedicata alla cura di questo disturbo.

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