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sonno e occhio secco - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Come sappiamo, dormire bene è fondamentale per affrontare la giornata con la giusta energia. Abbiamo già visto altrove l’argomento del legame che intercorre tra i nostri occhi ed i ritmi circadiani: è infatti proprio nella retina il delicato e sofisticatissimo sistema che regola l’alternanza sonno-veglia e che ci consente di modulare la nostra esistenza sulla base di momenti di attività ed inattività ben bilanciati. Oggi la scienza ci porta a conoscenza di un’altra interessante realtà legata alla qualità del sonno. Ovvero, l’influenza che un buon riposo può esercitare sull’andamento di alcune patologie. Tra queste, anche la Sindrome dell’Occhio Secco.

Perché dormire bene è fondamentale

Dormire bene, e per un numero sufficiente di ore, è davvero molto importante per la salute fisica e mentale. Non a caso, statistiche alla mano, il numero di incidenti stradali ma anche sul lavoro connessi alla stanchezza ed alla perdita di concentrazione è davvero molto elevato. Ma non solo: alcune ricerche scientifiche hanno evidenziato come esista un legame tra alcune patologie, sintomatologie e/o condizioni cliniche ed una scarsa qualità del sonno. Occhio secco, ansia, depressione, disturbi psichici, ipertensione, diabete e menopausa, per citarne alcune.

Naturalmente, la qualità del sonno non è sempre la causa primaria dell’insorgenza di questi sintomi o disturbi ma, secondo gli studiosi, di certo concorre al loro esordio o alla loro recrudescenza, assieme ad altri fattori di tipo ambientale, genetica, clinica e via dicendo.

Sonno e Occhio Secco: qual è il legame?

Secondo gli studiosi, il legame che intercorre tra qualità del sonno, disturbi psichici e Sindrome dell’Occhio Secco è più stretto di quanto si possa pensare. Alla base di tale intuizione, supportata naturalmente da evidenze cliniche e scientifiche, vi è il fatto che la Sindrome dell’Occhio Secco è frequentemente connessa a disturbi dell’umore, quali ansia e depressione. Un dato che non stupisce, dal momento che la Sindrome porta con sé una gamma di sintomi non sempre facili da gestire, difficili da sopportare sul lungo periodo e talvolta persino invalidanti. E sono proprio i disturbi della sfera psichica o emotiva a mettere a repentaglio il riposo notturno, tanto sul piano qualitativo che quantitativo.

Anche la patologia stessa è responsabile, spesso, di una scarsa qualità o quantità di sonno nel paziente. La melanopsina è una molecola presente sulla retina avente il ruolo di inviare al cervello l’informazione relativa alla presenza o meno di luce. In alcune patologie come la Sindrome dell’Occhio Secco, la cataratta ed il glaucoma, questo meccanismo non avviene correttamente. La conseguenza è un’alterazione dei ritmi circadiani e dei ritmi sonno-veglia la quale, a sua volta, predispone all’insorgenza di patologie dell’umore.

Ancora, uno studio scientifico ha sottolineato come i pazienti affetti da Sindrome dell’Occhio Secco siano maggiormente predisposti alle apnee notturne. Ed è risaputo che chi soffre di apnee notturne tende a non riposare bene.

Infine, a conclusione di questo articolo sulle possibili correlazioni tra la Occhio Secco e sonno, ricordiamo che l’uso prolungato dei device elettronici non solo favorisce l’insorgenza di alterazioni del film lacrimale, ma anche la comparsa di disturbi del sonno. Il consiglio è quello di evitare di usare i device elettronici a letto prima di addormentarsi, e di prediligere la lettura di un buon libro.

Fonte: iovs.arvojournals.org

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Stai sperimentando alcuni dei sintomi sopra descritti? Il Centro Italiano Occhio Secco è a tua disposizione dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361 1970.

cataratta e occhio secco - CIOS - Centro Italiano Occhio Secco

Il notevole progresso tecnologico che negli ultimi decenni ha esercitato un’influenza positiva nel campo della chirurgia oftalmica. Insieme alla messa a punto di nuove tecniche d’esecuzione degli interventi, hanno segnato la svolta anche per quanto riguarda il trattamento della cataratta. Se a questo aggiungiamo il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale ed il fatto che l’ingresso nell’età anziana slitta sempre più in avanti, non sarà difficile comprendere perché l’intervento di cataratta al giorno d’oggi è una procedura che possiamo definire di routine. Ma cosa succede però, al paziente che riceve una diagnosi di cataratta pur essendo affetto da Sindrome Dell’Occhio Secco? 

L’intervento di cataratta oggi è davvero di routine

Come anticipato, l’intervento di cataratta è oggi uno dei più praticati al mondo. E’ anche una delle procedure mediche con una percentuale di rischio intraoperatorio e postoperatorio tra le più basse in assoluto. L’intervento prevede che il cristallino naturale, in via di opacizzazione, sia rimosso. Per eseguire la rimozione si usa uno speciale strumento ad ultrasuoni, chiamato facoemulsificatore, che frantuma ed aspira il cristallino. In seguito, all’interno della capsula che conteneva il cristallino si inserisce una nuova lente intraoculare, o cristallino artificiale. Quest’ultimo è perfettamente trasparente e, ove necessario, può anche essere dotato di un potere diottrico coerente con le esigenze del paziente. E’ evidente quindi che l’intervento di cataratta offre al paziente una lunga lista di vantaggi:

  • permette di ripristinare la trasparenza del cristallino per tutta la durata della vita del paziente, tramite la sostituzione di quello naturale con uno artificiale;
  • permette di correggere i difetti visivi (miopia, astigmatismo, ipermetropia);
  • è di breve durata;
  • è indolore: sono sufficienti alcune gocce di collirio anestetico;
  • si esegue in day surgery: al termine dell’intervento si può far ritorno presso la propria abitazione.

L’intervento di cataratta ha controindicazioni?

L’intervento di cataratta non ha controindicazioni. Come qualunque intervento di chirurgia oftalmica, esso può portare ad un po’ di discomfort postoperatorio che include alcuni sintomi temporanei. Tra questi, un pò di fotofobia, arrossamento, sensazione di corpo estraneo ed un un calo dell’idratazione della superficie oculare.

Cataratta e occhio secco, che fare? Sarà lo specialista a fare le giuste valutazioni

Un paziente già affetto da Sindrome dell’Occhio Secco potrebbe risentire maggiormente dei sintomi post operatori che caratterizzano l’intervento di cataratta, ed in particolare dell’alterazione dell’idratazione della superficie oculare. Una situazione che va presa in esame dallo specialista che, dopo un’attenta valutazione dello stato di salute oculare del paziente, metterà a punto dei trattamenti pre e post operatori mirati. L’obiettivo, ripristinare il più possibile la corretta idratazione oculare. I pazienti affetti da Sindrome dell’Occhio secco possono quindi affrontare l’intervento dopo aver discusso con lo specialista e stabilito un iter da seguire durante tutto il percorso prima, durante e dopo l’intervento.

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Non esitare a prenotare una visita oculistica specialistica per accertare il tuo stato di salute oculare e discutere con l’oculista la possibilità di affrontare l’intervento di cataratta e di gestire correttamente i sintomi della Sindrome dell’Occhio Secco.

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